Un personaggio incredibile, un po’ hippy, un po’ fiabesco. Impossibile non pensare a John Fultz – detto Kociss – il grande giocatore americano che ha incantato il pubblico di Varese e Bologna grazie ai suoi tiri da fuori con mano vellutata. E’ arrivato a Latina durante la stagione sportiva 1979-80 per allenare la Sicma Sud – in serie B – presieduta dal vulcanico Renato Mocellin, mecenate in tante discipline. Fu il direttore tecnico Luciano Marinelli a leggere sulla rivista Superbasket che John era intenzionato a intraprendere la carriera di coach. Si recò immediatamente a Bologna e lo convinse a trasferirsi con la moglie in Agro Pontino. Una regola assurda gli impediva di sedere in panca, il ruolo di head coach ufficiale era assegnato al buon Renato Sabatino. A Latina Fultz si trovò a meraviglia, la mattina andava puntualmente in palestra per fare pesi, conobbe tante persone che lo stimavano. Il richiamo del parquet, nel ruolo di giocatore, era però troppo forte per Fultz che l’anno dopo firmò un contratto con lo Sporting Lisbona nel massimo campionato portoghese, fece faville con punti e rimbalzi a non finire. Si fa crescere i capelli lunghi e li tiene insieme con una fascia che assieme ai tratti somatici della faccia gli valgono il soprannome Kociss. John attualmente insegna inglese, ha allenato tante formazioni, specialmente in Campania. Ha un rimpianto: “Forse non tutti sono a conoscenza del fatto che ho anche allenato per parecchi anni, arrivando fino a dirigere il Latina sicma sud in serie B. Sono stato sottovalutato come giocatore, ma come coach ancora di più. Sicuramente è anche colpa mia: per fare l’allenatore in Italia bisogna essere dei politici e io non lo sono mai stato. Forse questo dipende dal fatto che in Italia in basket è nato nelle parrocchie e il coach è spesso, alla fin dei conti, quasi come un prete. Io invece mi ispiro al modo di allenare che ho visto nella mia gioventù, dove l’allenatore, una volta finita la partita, andava a fare bisboccia assieme ai tifosi.”
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