APRILIA – Continua a tenere banco il dibattito sull’individuazione dei siti idonei per la discarica in provincia di Latina. L’ultima presa di posizione arriva da Paguro, società del gruppo Altissimi che aveva proposto nei mesi scorsi la bonifica del sito di La Cogna senza gravare sulle finanze pubbliche.
«Sono ormai diversi giorni – scrive l’amministratrice di Paguro, Rossana Fava in una lunga missiva inviata ad amministratori e comitati – che si leggono sui quotidiani aggiornamenti sulla conclusione dell’incarico assegnato dalla Regione al Commissario Straordinario Illuminato Bonsignore.
Emerge che siano stati individuati tre siti che (guarda caso) presentano tutti inevitabili criticità.
Emerge che per il superamento di queste criticità sono stati applicati nuovi e autonomi criteri, inventati ex novo dal Commissario (e quindi avallati e/o condivisi dalla Regione).
Criteri che potevano essere applicati anche al sito della Paguro, ovviamente, ma la Regione se ne è ben guardata ed il Commissario si è rifiutato di considerare a valutare anche il sito della Paguro benché questo gli sia stato espressamente richiesto.
Alla inspiegabile presa di posizione contraria (sul sito della Paguro) si è aggiunto l’altrettanto inspiegabile dissenso del Comune, e delle diverse associazioni ambientaliste o di quartiere che però, (guarda caso, ancora una volta) nulla dicono sugli altri siti individuati dal Commissario.
Sul quotidiano LatinaOggi del 16.7.22 si legge che essendo la distanza uno dei criteri principali presi in considerazione dal Commissario e applicando il criterio preferenziale previsto nel PRGR (ossia la vicinanza ad impianti TMB) dei tre siti individuati, si dovrebbe propendere per la cava Stradaioli sita nel comune di Aprilia (di cui una parte ancora in attività ed una parte in via di ampliamento).
Eppure, quest’area ricadente nel comune di Aprilia è vicinissima a quella della Paguro. Presenta le medesime criticità. Non è un sito inquinato e da bonificare. La realizzazione della discarica sul sito Stradaioli determinerebbe sul paesaggio, l’ambiente, la falda, gli abitati (e quant’altro) esattamente i medesimi effetti della discarica Paguro, con la differenza che la discarica Paguro sarebbe stata utilizzato solo per due anni e quella Stradaioli chissà per quanti anni.
Si legge anche che le parti del sito interessate da vincoli idrogeologico e zone boscate sono state escluse dalla destinazione a discarica, che la distanza dai centri abitati è stata calcolata dall’invaso e non dal cancello. E perché mai, quindi, tutte queste soluzioni di buon senso non si sono volute applicare al sito della Paguro?
E perché per l’area Paguro si sono voluti ignorare scientemente anche tutti gli altri fattori preferenziali che avrebbero reso questa area di gran lunga da preferire rispetto a quella Stradaioli?
E perché in un’epoca in cui i Comuni sono continuamente in deficit di bilancio e i cittadini lamentano la mancanza di risorse per i servizi essenziali, la proposta della Paguro di effettuare una bonifica (che altrimenti non sarebbe costretta ad effettuare) con proprie risorse, non ha trovato il favore né del Comune né dei comitati? Mentre vi è il più assoluto silenzio per l’area Stradaioli benché si andrebbe ad utilizzare un sito vergine e non inquinato?
Viene da domandarsi, quindi, come mai, durante la conferenza di servizi per il progetto della Paguro, non solo il Comune di Aprilia ha dato parere negativo e minacciato di fare battaglia avanti a qualunque sede, ma anche la movimentazione dei Comitati è stata enorme, con la presentazione di osservazioni, articoli pubblicati su quotidiani, riunioni, sit-in e quant’altro, senza mai mostrare alcun oggettivo interesse per la bonifica e per tutte le ulteriori opere di mitigazione che la Paguro avrebbe effettuato.
Questa anomala sincronizzazione tra le iniziative del Sindaco e quelle dei Comitati (solo e soltanto nei confronti della Paguro, ma anche della Rida Ambiente, della MTS e della Crea Plant – società del medesimo gruppo – e nei confronti di nessun altro) sembra delineare un quadro di intenti ben preciso, dove nulla è lasciato al caso.
Viene allora da chiedersi quali interessi ci siano dietro la lotta (a questo punto solo apparente) fatta nei confronti della discarica della Paguro ma non per il sito Stradaioli e quali siano le reali ragioni (che a questo punto non sembrano proprio quelle ambientali) che sostengono il serrato dissenso dei c.d. “Comitati” il cui operato non pare affatto autonomo ma stranamente coordinato e legato a quello del Sindaco.
La Paguro, di fronte agli altri siti proposti dal commissario, non può che sperare in un ripensamento da parte de Sindaco e dei Comitati.
Evidenziando, comunque, e ancora una volta, che ogni eventuale azione non prevista dall’ordinamento e che trovi carenza di interesse diretto, potrà essere oggetto, in caso di danno causato all’azienda, di rivalsa nelle competenti sedi civili, penali, amministrative».
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