Arriva, con forte anticipo, l’influenza stagionale. E con le prime giornate di maltempo, dopo un avvio piuttosto fiacco, è entrata nel vivo la campagna vaccinale contro la classica malattia di ogni autunno-inverno, che adesso sfiora i 200 mila somministrazioni nel Lazio. Una crescita stimolata soprattutto dai medici di base che stanno eseguendo il maggior numero di iniezioni ai loro pazienti: «Partendo da anziani e fragili, che lo devono fare per rimi». La scorsa settimana è stato registrato a Roma il primo caso di questa stagione di tampone positivo all’influenza di tipo B, quella che abitualmente colpisce da queste parti nel tardo autunno. Quindi quest’anno, nonostante un ottobre con temperature quasi estive, il virus si è presentato con un notevole anticipo rispetto al solito. Ma al momento non c’è alcun allarme: il numero di persone malate, considerando anche le sindromi parainfluenzali, è saldamente nella media. Nelle ultime settimane, in particolare, si sono registrati soprattutto casi di influenze intestinali.
L’Oms lancia l’allarme influenza, che «tornerà ai livelli prepandemia», mentre per i nostri infettivologi sarà virulenta e toccherà il suo picco tra dicembre e gennaio. Intanto però l’antipasto lo stanno servendo i virus «para-influenzali», che stanno mettendo a letto circa 80 mila italiani a settimana. Con febbre, raffreddore, tosse e mal di gola, ma in un terzo dei casi anche forme fastidiose di infiammazioni a stomaco e intestino. Nel periodo autunno-inverno, prevede il direttore sanitario del Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco, «si conteranno circa a 10 milioni di casi in Italia, che si affiancheranno ai 5-6 milioni allettati dall’influenza vera e propria». Contro i virus parenti dell’influenza non esistono vaccini e nemmeno anti virali. «Le infezioni, quindi, devono essere debellate dal sistema immunitario e noi possiamo solo diminuire l’intensità dei sintomi con antinfiammatori, antistaminici e mucolitici. Insomma, dobbiamo semplicemente aspettare che passi. Per guarire, nella maggior parte dei casi, la strategia più indicata è l’automedicazione responsabile, l’uso di farmaci sintomatici che devono attenuare i disturbi» precisa Pregliasco. Ma attenzione: i sintomi vanno attenuati e non azzerati, precisa il virologo, «così da poter monitorare l’andamento della malattia e permettere all’organismo di reagire».
Esistono però precauzioni molto semplici che sono efficaci per ridurre il rischio di infezione. Che sono in pratica le stesse per proteggersi dal virus influenzale. Ad esempio «cambiare frequentemente aria all’ambiente, cercando di mantenere la temperatura non oltre i 25 gradi centigradi, per evitare la secchezza delle vie respiratorie che facilitano l’attacco del virus.
Gli studi scientifici più autorevoli hanno a più riprese dimostrato che la simultanea vaccinazione contro Covid e influenza non solo non provoca un maggior numero di eventi avversi, ma nemmeno fa diminuire la protezione da entrambi i virus. L’unico suggerimento è di somministrarli su sua braccia diverse, per evitare un eccessivo indolenzimento del braccio, reazione frequente dopo la puntura. Il fatto è che gli italiani si stanno tenendo alla larga da entrambi i vaccini, mentre della campagna Tv prodotta dal ministero della Salute non c’è ancora traccia sigli schermi.
Comunque, se l’antinfluenzale si può iniziare a fare già da oggi per il vaccino aggiornato contro le varianti Covid c’è da seguire una sola raccomandazione contenuta nella circola del ministero della salute del mese scorso, ossia di distanziare il richiamo di sei mesi dall’ultima somministrazione o dall’infrazione da Sars-Cov-2. Spazio temporale che può essere ridotto a tre mesi, «qualora valutazioni cliniche o altro lo rendessero necessario».
Alessandra Trotta
( Giornalista e scrittrice)
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