Titolo: Alice e il sindaco
Titolo originale: Alice et le maire
Regia: Nicolas Pariser
Soggetto e Sceneggiatura: Nicolas Pariser
Musica: Benjamin Esdraffo
Produzione Paese: Francia, 2019
Cast: Anaïs Demoustier, Fabrice Luchini, Antoine Reinatz, Léonie Simaga, Nora Hamzawi, Maud Wiler, Alexandre Steiger, Pascal Reneric, Thomas Rortais, Thomas Chabrol, […]
Alice e il sindaco è un esempio recentissimo di film che parla di politica di sinistra con sentimento e profonda critica, di quella politica come è e come dovrebbe essere, e che dovrebbe conferire impulso ai politici di tutti i paesi europei per un prosieguo efficace attraverso un uso appropriato della parola, un uso del dialogo perché solo attraverso il dialogo si può raggiungere una sintesi costruttiva e una variazione di rotta dell’arte di governare un popolo.
Il sessantenne sindaco di Lione, Paul Théraneau (Fabrice Luchini), socialista, con le sue continue angosce derivanti dalla mancanza di idee, sente il bisogno, per poter continuare a governare, di qualcuno che gliele possa procurare. Non riesco più a pensare. Io ho sempre avuto idee, venticinque–quaranta-cinquanta idee al giorno. Poi mi sono svegliato una mattina e non ne avevo più … Mi sento come una macchina sportiva che ha finito la benzina – confida ad Alice Heimann, una giovane intellettuale trentenne, culturalmente preparata, laureata in lettere ma dalle conoscenze filosofiche profonde. Alice è stata assunta di recente, appunto, per procurare al sindaco delle idee che possano risultare politicamente proficue. Tra Alice e il sindaco si viene a generare sin da subito un incontro-scontro di due diverse generazioni separate da un trentennio, di due generazioni quindi che non si conoscono, che non si sono mai incontrate e che affondano la loro estraneità soprattutto in pregiudizi infondati. Il loro dibattito, l’ascoltarsi e il sentire i loro problemi accogliendoli vicendevolmente, le loro discussioni sull’ecologia, sulla finanza, sulla lotta di classe, sulla crisi morale e culturale, sulla crisi democratica e il conseguente crollo della politica di sinistra, e così via, li conduce gradualmente ad instaurare istintivamente un rapporto empatico e quindi a diventare amici, scompigliando così le loro fisime consolidate nel tempo e istaurando un approccio diverso di comprensione e di aiuto vicendevole.
Anche se non viene citato, il pensiero di Platone, che scaturisce dalla Repubblica sull’affidare il potere politico ai filosofi perché i filosofi amando la sapienza cercano in ogni cosa la verità rifuggendo dalla falsità, è implicito nel discorso filmico ed è connesso con quanto sostiene il regista Nicolas Pariser secondo cui la politica è pensiero in movimento.
Il film è di un livello culturale elevato in quanto il riferimento a scrittori e filosofi, contemporanei e non, è molto frequente ed è connesso via via con lo svolgersi del racconto filmico. I richiami letterari, infatti, sono frequenti: Le fantasticherie di un passeggiatore solitario (1782) di Jean-Jacques Rousseau è il libro che Alice dona al sindaco, durante il sodalizio, in merito alla capacità psicologica, chiamata empatia, che fa entrare una persona (il sindaco) in sintonia prontamente con lo stato d’animo di un’altra persona (Alice); La strana disfatta (1946) di Marc Bloch per connettere la crisi profonda, morale e culturale che sta attraversando l’Europa oggi con quella dei primi decenni del secolo scorso, crisi che generò la Seconda guerra mondiale; Bartleby lo scrivano – Una storia di Wall Street” (1853) di Herman Melville è il libro che Alice regala al sindaco, già in pensione, perché ad un certo punto della sua carriera politica, disilluso, rifiutò di continuare a svolgere la sua attività politica. Ma non mancano i rimandi a George Orwell riguardo ai meccanismi che controllano il pensiero, a Pier Paolo Pasolini relativamente alla critica delle abitudini borghesi e al consumismo, e a Ivan Illich sull’analisi critica della diverse tipologie istituzionali che caratterizzano la società. C’è anche una riflessione di Alice sulla modestia in questo mondo intriso di vanagloria.
Il film ha molti altri pregi, ma soprattutto l’interpretazione di Fabrice Luchini, grande attore, che descrive con destrezza e abilità un sindaco potente e carismatico, e quella di Anaïs Demoustier che impersona Alice magnificandone la sagacia, la sensibilità e la sua ampia conoscenza culturale.
Al Festival del Cinema di Cannes 2019, Alice e il sindaco ha vinto il Premio Europa Cinemas Label Award come Miglior film europeo; ha ottenuto inoltre una candidatura al premio Cesar 2020 e tre candidature al Lumiere Awards 2020.
Filmografia
Le grand jeu (2015).
Francesco Giuliano
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