Al tempo del Coronavirus, ho fatto un sogno, un brutto sogno

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Ho fatto un sogno, un brutto sogno che mi ha svegliato di soprassalto e scombussolato l’intera nottata, perché non sono riuscito a riprendere sonno. Quel sogno lo voglio raccontare perché forse è connesso con il Coronavirus e con tutto quello che questo minutissimo involucro, pari al pulviscolo PM 2,5, – essere o non-essere – insignificante sta generando in tutto il mondo. Mi è sembrata come una di quelle invenzioni fantastiche che, essendo ripetute più volte nel tempo e nello spazio, riescono a indossare alla fine l’abito della verità. Mi ha messo quel sogno, infatti, in allarme e mi ha destato una strana sensazione inspiegabilmente violenta. Mi sono sentito all’improvviso incastrato dentro una gabbia, aperta, senza sbarre, senza vincoli, ma senza offrirmi alcuna possibilità di accedere all’esterno. Mi sono accorto, ad un tratto, di essere privo di libertà, espropriato anche del comune sentimento di socialità, privato di quel sentire il mio vicino come un fratello e di dare ad una relazione di adiacenza il vero senso del legame affettivo. Ho avvertito qualcosa di inspiegabile che mi ha portato indietro nel tempo prima che scoppiasse la rivoluzione francese quando ancora c’era assenza di libertà, di uguaglianza e di fratellanza. Sentimenti e ideali che il Coronavirus con la sua azione ci sta facendo negare. Ho sognato un’entità segreta del tipo “La S.p.e.c.t.r.e.” della serie “James Bond”, e non sono riuscito a capire se essa fosse guidata da affaristi economici delinquenziali o da comuni criminali, comunque da personaggi turpi che vorrebbero conquistare il mondo. E lo vorrebbero ridurre in povertà semplicemente cercando con stratagemmi originali e inconsueti di combattere e di eliminare l’alto grado di libertà raggiunto anche grazie ai social network e di impossessarsi degli ingenti capitali dei vari Stati e delle aziende che operano in essi senza venire allo scoperto. Ho sognato, quindi, che una squadra di adepti, bene addestrati e protetti da scafandri spaziali di tale entità segreta, si sia recata misteriosamente in un luogo sconosciuto, difficile nell’oscurità della notte da individuare, dove abbia infettato animali, soprattutto volatili che stanno in contatto con l’uomo, aprendo dei recipienti contenenti un virus molto virulento e di grande fatalità. Durante il giorno seguente, riflettendo su ciò pensai, come avevo letto da qualche parte, che il sogno in realtà sia il prodotto dell’attività del nostro cervello che tenta di dare, durante il sonno, un significato a quel che succede realmente e che desta impulsi riflessivi e razionali e, al tempo stesso, che cerca di liberare la mente dal caos interiore che questi stimoli hanno prodotto. E da questo punto di vista, il sogno illumina l’ecceità della realtà e mostra funzione salvifica perché, al tempo stesso, pone la ragione al di sopra del sentimento, soprattutto al di sopra della paura e del panico.

Francesco Giuliano


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Francesco Giuliano
Giuliano Francesco, siciliano d’origine ma latinense d’adozione, ha una laurea magistrale in Chimica conseguita all’Università di Catania dopo la maturità classica presso il Liceo Gorgia di Lentini. Già docente di Chimica e Tecnologie Chimiche negli istituti statali, Supervisore di tirocinio e docente a contratto di Didattica della chimica presso la SSIS dell’Università RomaTre, cogliendo i “difetti” della scuola italiana, si fa fautore della Terza cultura, movimento internazionale che tende ad unificare la cultura umanistica con quella scientifica. È autore di diversi romanzi: I sassi di Kasmenai (Ed. Il foglio,2008), Come fumo nell’aria (Prospettiva ed.,2010), Il cercatore di tramonti (Ed. Il foglio,2011), L’intrepido alchimista (romanzo storico - Sensoinverso ed.,2014), Sulle ali dell’immaginazione (NarrativAracne, 2016, per il quale ottiene il Premio Internazionale Magna Grecia 2017), La ricerca (NarrativAracne – ContempoRagni,2018), Sul sentiero dell’origano selvatico (NarrativAracne – Ragno Riflesso, 2020). È anche autore di libri di poesie: M’accorsi d’amarti (2014), Quando bellezza m’appare (2015), Ragione e Sentimento (2016), Voglio lasciare traccia (2017), Tra albori e crepuscoli (2018), Parlar vorrei con te (2019), Migra il pensiero mio (2020), selezionati ed editi tutti dalla Libreria Editrice Urso. Pubblica recensioni di film e articoli scientifici in riviste cartacee CnS-La Chimica nella Scuola (SCI), in la Chimica e l’Industria (SCI) e in Scienze e Ricerche (A. I. L.). Membro del Comitato Scientifico del Primo Premio Nazionale di Editoria Universitaria, è anche componente della Giuria di Sala del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2018 e 2019/Giacarlo Dosi. Ha ricevuto il Premio Internazionale Magna Grecia 2017 (Letteratura scientifica) per il romanzo Sulle ali dell’immaginazione, Aracne – NarrativAracne (2016).