LATINA – Adinolfi, Lega: «Sacrifici si, ma non per lasciarci strozzare dal Mes. Usciamo dall’Ue, torniamo alla lira e costruiamo un futuro per i nostri figli con nuovi alleati e un Paese rinnovato»
L’Ue ha dimostrato ieri tutta la sua inutilità e ostilità nei confronti dell’Italia. Per settimane abbiamo assistito ad un ignobile teatrino di veti incrociati da parte del Nord Europa e dell’Olanda contro l’unico strumento solidale che l’Ue potesse mettere in campo i Coronabond: ovvero una condivisione del debito causato dallo shock economico della crisi sanitaria.
«Purtroppo – spiega l’Europarlamentare della Lega di Latina, Matteo Adinolfi – sappiamo come é andata a finire: i Coronabond sono stati cestinati e ci si è indirizzati verso un Mes ‘light’ fin quando ci sarà l’emergenza, mentre i fondi per il rilancio dell’economia una volta finita l’urgenza passeranno per il MES classico con le condizionalità che ci imporrà la Troika di Bruxelles, già pronta a somministrarci una cura uguale se non peggiore a quella imposta al popolo greco: esattamente come volevano Germania e Olanda alla vigilia dell’Eurogruppo, due Paesi che già sognano di banchettare sulle spoglie delle industrie e del sistema economico italiano
Per uscire dalla crisi sanitaria, economica e sociale derivata dal Coronavirus ci verranno chiesti altri, pesantissimi, sacrifici.
Sacrifici che sarà giusto compiere però solo nell’interesse della nostra Nazione e dei nostri concittadini, delle generazioni attuali e soprattutto di quelle future dei nostri figli: per questo mi chiedo se non sia giusto ipotizzare il ritorno alla lira e l’ITALEXIT, ovvero l’uscita da quell’Unione che abbiamo contribuito a fondare e di cui siamo il terzo contribuente netto e che, finora, troppe volte ci ha voltato le spalle.
Solo un nuovo esecutivo guidato dal Centrodestra con la Lega di Salvini al governo del Paese oggi può rappresentare gli interessi del Popolo Italiano e mettere mano a quei provvedimenti necessari per uscire fuori da quella che sarà la peggiore crisi economica che noi abbiamo mai visto.
Dal momento che a sinistra chiedono di svuotare le carceri e di regolarizzare gli immigrati irregolari, noi chiediamo invece una pace fiscale per le partite iva, le famiglie, gli artigiani e le aziende vessate dalle cartelle esattoriali; un nuovo rilancio dell’edilizia che possa regolarizzare i piccoli abusi e permettere un rinnovamento del patrimonio immobiliare del Paese, una moratoria per far rientrare i capitali dall’estero e provvedimenti come la flat tax per sterilizzare l’appetibilità dei paradisi fiscali in stile olandese e permettere anche l’apertura di nuove aziende e partite iva con tasse ridotte per i primi anni.
Inoltre servirà una seria spending review con taglio agli stipendi di tutti gli stipendi pubblici in primis quelli dei politici; il pagamento immediato dei debiti della pubblica amministrazione verso le aziende
italiane; la valorizzazione dei prodotti nazionali e del patrimonio ambientale e culturale italiano e soprattutto l’immissione di liquidità per aiutare famiglie, imprese,
professionisti e artigiani con finanziamenti a fondo perduto e non prestiti capestro per indebitarsi ancora di più; infine va rivista la politica della Cassa Depositi e Prestiti per evitare l’invio di fondi statali a Paesi esteri come Algeria e Tunisia: sono queste le frecce al nostro arco che potrebbero rilanciare l’economia e ridare lustro al nostro Paese, chiamato ad una prova dura da cui siamo sicuri saprà riprendersi. Conviene oggi fare qualche sacrificio in più per i nostri figli, affrontare come fatto dagli inglesi l’uscita dall’Ue e trovare magari nuovi alleati e partners commerciali fuori dall’Unione piuttosto che lasciarci strozzare da chi in Europa pensa solo a se stesso.
Infine come proponeva Salvini dobbiamo chiedere agli italiani più fortunati di movimentare una parte dei 1400miliardi di euro fermi sui loro conti correnti. Potrebbero essere utilizzati in parte per sottoscrivere titoli di stato a tassazione agevolata, questa potrebbe essere l’arma vincente del nostro Paese per uscire da soli dalla crisi. Niente patrimoniale come chiede la sinistra più ottusa ma la fiducia in un Paese che grazie al suo popolo saprà rialzarsi da solo e senza i signori di Bruxelles».
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