Adele e Oliver il nuovo romanzo di Paul Sterling vince ad Asti il concorso di Lettatura Vittorio Alfieri

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Tra realismo e fiaba, in Adele e Oliver, Paul Sterling racconta una storia straordinaria di coraggio e di ispirazione che ha per protagonista una bambina, ragazza e donna e il suo cane magico e fedele amico.

“Adele e Oliver. Il vento dei sogni” il nuovo splendido romanzo di Paul Sterling edito da AEDE Books, fonde in modo magistrale realismo e fiaba e riceve l’importante Menzione Speciale del XXIII Concorso di letteratura Vittorio Alfieri di Asti.

Con un ritmo incalzante e cinematografico, Paul Sterling accompagna il lettore tra le vicende della protagonista svelando che la vera forza risiede nella diversità delle esperienze umane e nel credere sempre nei propri sogni perché la vera forza risiede nel cuore e nella mente, e ogni individuo, nella sua unicità e particolarità, racchiude in sé un potenziale infinito.

La prefazione del libro è a cura di Eugenio Finardi che sottolinea come nei momenti bui, che fanno parte delle vite di tutti, sia essenziale affrontare la tempesta con coraggio e determinazione perché “la vita è preziosa e vale sempre la pena di essere vissuta, sino in fondo, fino all’ultima fievole fiammella di luce, perché mille anni senza intensità e passione non valgono un secondo vissuto veramente.”

L’Editore, Paolo Menconi, ci dice: “Ringrazio di cuore la Giuria e la Città di Asti e confesso che siamo molto orgogliosi del premio che il libro ha ricevuto perché Adele e Oliver è un libro positivo, educativo, talvolta struggente e che fa bene al cuore. In un mondo in cui le differenze spesso separano, questo libro celebra la bellezza della vita vissuta pienamente. Un viaggio emozionante e straordinario attraverso la vita di una bambina, ragazza e donna che trasforma le sfide in opportunità e le difficoltà in successi, dimostrando quotidianamente il potere della resilienza umana.”

Con piacere riportiamo la Menzione Speciale della Giuria del Premio Vittorio Alfieri di Asti, per cui è stato premiato Paul Sterling con Adele e Oliver, perché sono parole davvero significative: “Ci sono storie che scritte nei libri possono diventare esempio ai lettori. Questo libro ha il pregio di non essere solo un insieme di fogli su cui è scritta una storia. In effetti è un vero vademecum della vita, dalla disperazione alla gioia, dal buio alla luce, dalla disgrazia al riscatto.
Il libro è impreziosito da riflessioni molto efficaci di più di 50 atleti e personalità importanti dello sport, della cultura, del mondo sociale. Queste parole introducono benissimo i temi e valgono già gran parte della lettura.

La storia è scritta con un linguaggio leggero e accurato, dedicato a lettori adolescenti, a nonni e genitori che possono intrattenere i più piccoli in racconti notturni.

La narrazione si snoda senza cadere nell’ovvio, con una giusta dose di ottimismo che si contrappone alle avversità della vicenda.

Bravo il misterioso autore a nascondersi dietro uno pseudonimo per concentrare tutta l’attenzione sul prodotto libro, nota di merito ulteriore.”

Sul tema della disabilità sono stati prodotti studi e ricerche per tentare di comprendere e dare risposte alla condizione esistenziale di una persona che per nascita, malattia o incidente è considerata diversa e spesso anche più fragile di altri cittadini.
La condizione di fragilità delle persone  è comunque un concetto da non confondere con la disabilità intesa nelle forme più conosciute: si può essere fragili per povertà economica, per povertà affettiva e relazionale, per vecchiaia, per malattia, per pregiudizio e stereotipo razziale. Senza dimenticare la cosiddetta fragilità di genere che diventa, nel caso delle donne con disabilità, una doppia discriminazione: dal punto di vista della sessualità, della genitorialità, della carriera lavorativa e delle responsabilità pubbliche.
Lo stesso principio deve valere per il termine diversità (colui che non è uguale e simile agli altri) e ambedue le condizioni, se esasperate, possono rendere più complessa la disabilità.
A volte ci sono anche punti vista più audaci e meno realistici (la disabilità è bello, il diversamente abile, il bambino speciale) che senza volerlo, tramite l’iperbole linguistica, negano acriticamente lo stato di realtà di chi quotidianamente deve superare una condizione di disagio e di sofferenza in una società (la collettività, la comunità) pensata e attrezzata per i grandi numeri di chi è statisticamente normale.
La collettività e le sue articolazioni istituzionali, se non sono accoglienti e inclusive, possono diventare una barriera e ostacolare le potenzialità, spesso inespresse, della persona con disabilità.
La “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani” dell’ONU del 1948 riconosceva, tra gli altri, i diritti inalienabili delle persone con handicap; in seguito la Convezione ONU del 2006 cambia il registro lessicale e non si riferisce più alla persona handicappata ma alla persona con disabilità, ribadendo, nella sua accezione più ampia, il pieno godimento del diritto alla vita.

Ci sono studi e ricerche importanti sull’idea della disabilità e possiamo consultare una vasta letteratura scientifica su questo tema, anche con un approccio fenomenico e metastorico, ma il limite di questi studi – destinati per lo più al pubblico degli esperti e dei responsabili delle politiche sociali – consiste nell’adozione di un linguaggio tecnico e di una narrazione che rende il disabile solo un soggetto di studio, un caso, un’etichetta – il tetraplegico, il down, l’autistico – privandolo di personalità; in parole povere lo si disumanizza. Infatti, è difficile raccontare la condizione esistenziale delle persone con disabilità, ovvero raccontare tutto ciò che attiene alla loro storia personale e allo loro sfera sentimentale.
È difficile raccontare la vita, i sentimenti, i sogni, le delusioni, i desideri di una persona con disabilità che ha un nome, una famiglia, un affetto, una concezione del mondo.

L’idea della disabilità, il personaggio del disabile, di colui o colei fragili e diversi, sono più avvicinabili quando sono raccontati da altre figure come quelle degli artisti: poeti e scrittori, pittori e musicisti, cantanti, fotografi e registi che utilizzano non le fredde argomentazioni degli scienziati ma il linguaggio delle emozioni per commuovere, impressionare, sedurre ed eccitare. Ciò che inquieta spesso ci mette nella condizione di voler capire.

Un testo di passione, incastonato come una gemma in un contesto profondo, che offre tanti spunti di riflessione ed invita alla comprensione a all’analisi sincera di sé stessi.
Paul Sterling è capace di scavare nell’animo dei personaggi e, di riflesso, nelle umane vicende, permettendoci di vedere tutto il contorno che dà tridimensionalità e verità alla vicenda narrata.
L’autore ci incanta e ci impegna nelle parti più riflessive delle sua opera, facendo sì che anche il lettore si interroghi, affronti una sorta di seduta di autoanalisi, mentre assiste al rapporto tra i soggetti principali. Ci coinvolge in un amore, con tutto quello che di bello comporta, ma non tralascia le difficoltà di situazioni complesse che si incastrano, trascinando altri nel loro gorgo.  L’autore li consegna al pubblico con generosità, di loro pian piano veniamo a conoscere tutto: da dove vengono e quali cicatrici si portano addosso dal passato, il loro presente, i sogni o la mancanza degli stessi, le aspettative che non sono nemmeno lontanamente al passo con ciò che li aspetta, perché il loro amore non è cercato, non è voluto, ha tanti impedimenti, eppure ha la forza attrattiva di un sole intorno al quale loro orbitano. Accanto a loro un mondo fatto di persone che rappresentano gli affetti, le amicizie, quei legami forti o comunque importanti, presenti nella vita di ognuno di noi.
La narrazione è intrigante e i tanti temi sollevati ed esplorati da Paul Sterling mescolati con abilità ad un fluire naturale ed avvincente, sono pioli di una scala da salire, pietre miliari di un percorso da affrontare, per i personaggi e per chi legge e non può sottrarsi al naturale interrogarsi.
Ci confrontiamo con gli strascichi psicologici, quando siamo passati di botto dall’avere una vita sociale alla distanza, dalla gioia degli incontri a città deserte.
Passione e sentimenti, in una formula narrativa di cambiamento e consapevolezza, questo è il romanzo: profondità che incanta in una storia che coinvolge.

Alessandra Trotta

(Giornalista e scrittrice)

 

 


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