ADDIO MIA VECCHIA SIGNORA
Ho appreso della scomparsa di una vecchia Signora, (Elpidia Tammetta), madre dell’ amica Adriana [De Santis],di Fondi, aveva 107 anni,di questi tempi un miracolo….”morente”! Non sembri irriverente, ma avrebbe meritato di poter essere esposta come emblema di un bene “conservativo”, di un codice di vita attiva e fattiva, umana o troppo umana. Come sfida al flagello dilagante e odioso che mina alla base l’intera umanità in odore di distruzione e annientamento. Laici,cattolici o atei quanti siamo un dato mi sembra incontrovertibile: si è osato e abusato oltre ogni limite massacrando-stuprando la natura e con essa certe primordiali regole del vivere,dunque, un segnale era necessario, non fa differenza se divino o pagano: Diluvio universale,da un lato, Apocalypse now,dall’altro,quel che ognuno voglia o creda. L’età dell’uomo e della donna si è allungata, non è da escludersi anche a spese di un saccheggio smodato o diabolico del patrimonio umano e naturale. Di qui il segnale d’allarme (rosso), un segno del destino spaventoso e spietato (Fato), di giustizia o “regolamento de conti” universale (Dio), in entrambe i casi un colpo violento alla violenza, all’arroganza (la Ybris dei Greci), una “sveglia” assordante al sonno della ragione o perdita dell’intelletto. Quale resistenza opporre alla violenza “di ritorno” cioè l’ira degli dei né falsi né bugiardi ma piuttosto indignati e offesi dalle “arti degenerate” degli umani? La stessa di cui deve essersi armata e “ornata” la vecchia Signora, che non ho conosciuto ma che per la sua longevità si presenta da sola (!). Lei sì che può confessare di aver vissuto consegnandoci il messaggio che per resistere bisogna essere all’altezza del buon vivere. Avere la consapevolezza che solo per chi non la merita la vecchiaia è triste o odiosa poiché bisogna meritarsela. Come se l’è meritata la nostra ultracentenaria. Un messaggio di speranza, un segno apotropaico e al tempo stesso taumaturgico. Con e sul suo esempio, onorando la sua memoria, auguro a tutti i viventi di questo periodo pessimo, regressivo e tremendamente costrittivo, in special modo ai mai troppo lodati e apprezzati paladini della salute pubblica (medici,infermieri,personale ospedaliero) di “Vivere come se si avesse dinanzi a sé un tempo illimitato. Appuntamenti da qui fino a cent’anni”. (E.Canetti)
(gimaul)
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