Primo passo di demolizione della vecchia centrale nucleare di Latina,la prima realizzata in Italia (1963)con la demolizione degli schermi dei generatori di vapore (boiler) dell’edificio reattore. Tale intervento rappresenta un passaggio significativo per il decommissioning dell’impianto pontino che avvia, di fatto, le attività di smantellamento dell’edificio reattore. Gli schermi sono le strutture in calcestruzzo armato che isolavano dall’esterno le condotte superiori di collegamento fra i sei boiler e l’edificio reattore. Ogni schermo è costituito da due parti: un elemento superiore orizzontale, collegato all’edificio reattore, di circa 145 t, e uno inferiore verticale, in uscita dai boiler, di circa 50 t .E’ la prima centrale italiana ad essere smantellata
La tecnica adottata da Sogin per la loro rimozione è la demolizione controllata con taglio in quota, a circa 50 metri di altezza, mediante disco diamantato, e la successiva movimentazione a terra dei blocchi sezionati, di circa 2 t ciascuno, con gru a torre appositamente installata. In seguito è previsto il trasferimento dei singoli blocchi in un’area attrezzata per separare il ferro dal calcestruzzo.
I lavori si concluderanno nel gennaio 2021 e produrranno complessivamente circa 1.200 t di materiale che, dopo gli opportuni controlli radiometrici, verranno allontanate dal sito e inviate a recupero. “Oggi comincia una tappa fondamentale del decommissioning della centrale”, spiega Agostino Rivieccio, Responsabile Sogin Disattivazione centrale di Latina.
“Le tappe da oggi al 2027 sono: la demolizione degli schermi in calcestruzzo armato dei boiler delle condotte superiori del circuito primario, la demolizione dei sei cilindri rossi e l’abbassamento dell’edificio reattore dagli attuali 53 metri ai 38 metri – continua Rivieccio – La fase successiva è la fase 2 del decommissioning della centrale di Latina e inizieremo appena sarà disponibile il deposito nazionale”. Fase che consisterà nello smantellamento del reattore a grafite e nelle successive operazioni di trasferimento di tutti i rifiuti radioattivi al deposito nazionale.
“Credo che sia un momento importante per il nostro territorio e anche per il nostro Paese”, dice il sindaco di Latina Damiano Coletta sottolineando come quella di oggi sia “una tappa importante” del piano di decommissioning.
“Ci tengo a sottolineare anche il buon rapporto che si è instaurato con Sogin, con la quale stiamo per avviare un progetto che rientra nelle opere di ristoro della Sogin per quanto riguarda il nostro territorio che consiste nella messa in sicurezza e ristrutturazione di un ponte. Confidiamo che entro maggio-giugno del prossimo anno partano i lavori”, annuncia il primo cittadino.
Io che sono nato prima e che ho visto nascere e realizzare la nucleare di Borgo Sabotino ho tanti rimpianti. Ero favorevole al nucleare, anche quando venne Ingrao e sfilò in piazza del Popolo, con Bettini,Veltroni,Grassucci, D’Alessio,Amodio, Berti, tutto il PCI di allora abbracciò la rinuncia al nucleare. Poi l’Italia,dopo la tragedia di Cernobyl, cambiò strada e rinunciò a questa scelta. Fu un bene ? Fu un male ?
Oggi mi ricordo gli ingegneri inglesi, i loro figli, con cui avevo fatto amicizia (abitavano ai palazzi Tabellini, di fronte allo storico palazzo M) Mi ritorna alla mente l’ingegner Mattei,condottiere dell’ENI, grande precursore che inaugurò la centrale e che poi morì in uno strano incidente aereo. Lui aveva già capito il futuro, ma scomparve troppo presto. La nucleare, per chi a è nato a Latina, rappresentava il futuro “il sol dell’avvenire” .Ricordo la bravissima impiegata Eugenia Rossi, che era obbligata a misurare sempre le radiazioni accumulate, l’ingegner Volterra che, allora, guidava il sito di borgo Sabotino. Poi, dopo l’industrializzazione accelerata grazie alla cassa del mezzogiorno, quando da noi veniva sempre Andreotti (Latina e Frosinone erano feudi elettorali della vecchia DC) quindi arrivò il momento del terziario e poi la crisi, che oggi ci colpisce di più, a causa del covid. Ma ora c’è uno spiraglio : puntare sulle nuove tecnologie, sull’università, (ben venga la nuova facoltà di chimica) sul turismo, inesauribile volano economico per tutta la provincia pontina. Basta avere dirigenti politici lungimiranti e preparati, con la mente rivolta al futuro per ottenere nuovi traguardi.
Si, oggi mi dispiace che scomparirà per sempre quell’immagine dei boiler rossi,a me cara.Davamo energia elettrica a Roma e a Napoli ed era un vanto per la mia Latina, che era su tutte le cronache nazionali. Così come mi è dispiaciuto che sia scomparso il vecchio pontile, che serviva per raffreddare il reattore. Ora è rimasto quello scoglio, che l’ingegner Nucci, allora al timone di Sogin, diceva sarebbe dovuto servire per i pescatori, che noi non abbiamo mai visto.Si, oggi non è un bel giorno, anche se tutti ora applaudono.Di nucleare si parlerà ancora e chissà come finirà.Adesso c’è la spinta verso l’idrogeno,l’elettrico, il fotovoltaico, le pale eoliche, che Sgarbi odia maledettamente.C’è la vittoria dell’energia green, quella che ama Bellini,con le sue bici elettriche, i monopattini silenziosi. Ma, chissà come finirà.
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