Accusato del tentato omicidio di un finanziere di Cisterna, imprenditore arrestato per aver corrotto i testimoni

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CISTERNA – Accusato del tentato omicidio di un maresciallo della Finanza della brigata di Cisterna, è stato arrestato perché secondo la Questura di Latina avrebbe convinto alcuni testimoni a ritrattare le proprie dichiarazioni per alleggerire la propria posizione processuale. La Squadra Mobile della Questura di Latina, infatti, a seguito di un’articolata e riservatissima indagine svolta congiuntamente con il Commissariato di P.S. di Cisterna di Latina, nel pomeriggio di ieri 04 aprile 2016 ha dato esecuzione a quattro misure cautelari, di cui una in carcere a carico di FANFARILLO Angelo, imprenditore pregiudicato per reati fiscali e imputato nell’ambito di altro procedimento in fase dibattimentale, da cui prende le mosse questo ulteriore procedimento, e tre agli arresti domiciliari nei confronti di DE BELLIS Sergio, DE BELLIS Ilaria, CESARINI Carolina, testi che, subornati, hanno ritrattato le loro dichiarazioni, aggiungendo dichiarazioni e denunce calunniose all’indirizzo di alcuni appartenenti alla Polizia Giudiziaria in servizio in questa Provincia. I predetti si sono resi responsabili di corruzione di atti giudiziari, falsa testimonianza e calunnia. Nello specifico nel 2014 il FANFARILLO noto imprenditore ‘faccendiere’ operante prevalentemente tra Latina e Cisterna di Latina, titolare in via diretta ed a mezzo prestanomi di svariate attività economiche, viene indagato quale mandante di un tentato omicidio in danno di un maresciallo della Guardia di Finanza della Brigata di Cisterna di Latina. Quest’ultimo, secondo la ricostruzione investigativa effettuata all’epoca dei fatti, era stato accusato di avere ‘attenzionato’ in modo troppo scrupoloso la costellazione aziendale riferibile al predetto FANFARILLO. Costui avrebbe assoldato due albanesi, poi tratti in arresto per aver aggredito su suo mandato il finanziere, azione delittuosa per la quale pende processo in Latina con l’accusa di tentato omicidio. Nell’ambito di questo processo, la Squadra Mobile della Questura di Latina su delega dell’Autorità Giudiziaria ha effettuato una serie di riscontri mirati che hanno chiarito come il FANFARILLO, grazie alle sue cospicue disponibilità economiche avrebbe indotto, dietro compenso, alcuni fondamentali testimoni d’accusa, a ritrattare le proprie dichiarazioni in modo da “alleggerire” la sua posizione processuale, oltre ad accusare calunniosamente di vari reati (quali falsificazione di atti, minacce in loro danno, e finanche sequestro di persona) alcuni finanzieri. Le attività investigative compendiate nella informativa conclusiva a carico degli odierni indagati veniva condivisa dal Pubblico Ministero e dal locale ufficio G.I.P. che il giorno 4 Aprile emetteva un Ordinanza Applicativa di Misura Cautelare, la cui esecuzione, per il concreto pericolo di fuga del principale indagato che di recente si è più volte recato nella Repubblica Ceca, paese di origine della compagna, dove sta stabilendo e aprendo nuove attività economiche, si è reso necessario ed urgente anticipare. All’esito, quindi, della predetta attività di indagine, anche di tipo tecnico, protrattasi per circa due mesi in concomitanza delle fasi del processo in corso per il tentato omicidio del maresciallo della Brigata delle Guardia di Finanza di Cisterna di Latina, sono state eseguite le ordinanze di Custodia Cautelare in Carcere e di arresti domiciliari, nei confronti dei soggetti sopra citati.
“Appare doveroso segnalare – spiegano dalla Questura di Latina – che sono emersi contatti tra il FANFARILLO, attraverso una delle sue tante attività economiche, per lo più intestate a soggetti di comodo, e alcune cooperative della ‘galassia’ riconducibile ai noti BUZZI e CARMINATI, coinvolti nell’indagine denominata “Mafia Capitale”, attraverso un sistema di false fatturazioni, ciò benchè egli non sia stato indagato in quel procedimento.
Durante le perquisizioni di rito alla residenza e domicilio del FANFARILLO è stata rinvenuta e posta sotto sequestro una voluminosa quantità di documentazione varia ritenuta utile al prosieguo delle indagini, attualmente al vaglio della Procura della Repubblica”.

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