Accordo raggiunto alla Fiorucci di Pomezia dopo due mesi di confronto e scioperi. Stop ai licenziamenti. Si apre la fase di investimenti

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POMEZIA- Dopo due mesi di confronto serrato e una settimana di scioperi si arriva ad una intesa condivisa con il via libera delle assemblee.

Gli esuberi, ridotti da 212 a 151, spariscono dall’accordo.

Si esce solo su base volontaria con la formula giuridica già indicata nell’intesa, la non opposizione al licenziamento.

Chi esce dall’azienda ha un doppio percorso.

Da un lato i dipendenti più vicini alla pensione fino a tre anni dall’uscita: dall’altro tutti gli altri, considerati dall’azienda non strategici per il rilancio.

In media in entrambi i casi Fiorucci prevede la copertura fino all’80% lordo dell’attuale stipendio dalla data di risoluzione del rapporto, includendo, dove prevista, la Naspi e con lievi bonus aggiuntivi e servizi di outplacement.

Per il primo gruppo l’accordo prevede tetti di incentivo a 25 e 35mila euro per ogni dipendente. Per il secondo gruppo non ci sono tetti anche se un rapido calcolo individua nella forbice tra 70 e 110mila euro la somma a testa per gli incentivi.

È inserita una clausola che prevede il rispetto dell’articolo 4 del contratto di settore e una continua verifica sugli appalti esterni anche con le RSU interne.

Si apre ora la fase due, gli investimenti dei due fondi stranieri proprietari di Fiorucci per 32 milioni in sei anni.

Alessandro Vona, segretario generale Flai Cgil Pomezia, è soddisfatto per il via libera delle assemblee e chiede all’azienda di ridurre i tempi di applicazione a Pomezia degli investimenti previsti.


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