Titolo: Abbi fede
Regia: Giorgio Pasotti
Sceneggiatura: Giorgio Pasotti, Federico Baccomo
Musiche: Leo-Z
Produzione Paese: Italia, Austria, 2020
Cast: Giorgio Pasotti, Claudio Amendola, Robert Palfrader, Gerti Drassi, Aram Kian, Roberto Nobile, Giancarlo Martini, Lorenzo Renzi, Peter Mitterrutzner, Filippo Vianello, Hannes Perkmann, Marco Boriero, […]
Ivan (Giorgio Pasotti), un prete che mostra una grande incoerenza ma con una profonda fede in Dio e tanta tenerezza verso i suoi simili, è in continua lotta con Satana che lo vuole mettere continuamente alla prova. Almeno questo è ciò di cui è convinto profondamente e che mette in pratica in ogni momento in quanto la Bibbia è il suo pane quotidiano. Infatti, a chi gli dà uno schiaffo porge sempre l’altra guancia. E per questo non risponde mai alla violenza con la violenza. Tuttavia, questa sua indubbia convinzione verrà messa in discussione quando presso la comunità di recupero, di cui Ivan è il responsabile, viene ospitato Adamo (Claudio Amendola), un avanzo di galera di stampo neofascista che esprime cattiveria da qualunque visuale. Tanto è vero che costui assomiglia a Mussolini, del quale appende la foto al posto del crocifisso nella stanza che gli viene assegnata. La vista di un albero di mele stracolmo di frutti, che vegeta nel cortile antistante la chiesetta della comunità, attrae l’attenzione di Adamo ed è per questo che Ivan gli propone la preparazione di uno strudel non appena le mele saranno mature. Ivan, visto il comportamento scontroso, introverso e burbero di Adamo, spera che la futura preparazione del dolce austriaco gli permetterà di instaurare tra loro due un rapporto empatico. Ovviamente nella comunità vivono altri membri: l’ex sciatore alcolizzato Gustav (Robert Palfrader), che ha intrapreso una relazione con Sara (Gerti Drassi), una donna piena di complessi, e l’ex-terrorista arabo Khalid (Aram Kian) che effettua delle rapine presso i distributori di carburanti per vendetta. Il tutto ornato dall’esuberante ed estroverso dott. Catalano (Roberto Nobile), medico del nosocomio locale, possessore di indiscusse certezze che, però, vengono messe in dubbio dal verificarsi di eventi casuali.
Nelle prime immagini del film c’è un treno che percorre una meravigliosa vallata – sembra la valle dell’Eden, tanto è bella, rigogliosa e piena di verde. Quel treno poi si ferma in una stazione dove scende un unico passeggero. Il suo sguardo truce e severo è quello di una persona che spruzza cattiveria da ogni angolatura e che esprime tutto il suo disprezzo per la bellezza del mondo. Adamo è il suo nome, ma non ha niente a che fare con l’Adamo biblico sia perché non è stato forgiato da Dio a sua immagine e somiglianza, sia perché in quella vallata non c’è Eva. Adamo non ha cuore e non perdona alcuno sgarbo agli altri, mentre Ivan lotta perennemente con Satana, lotta il male per scoprire il bene, ed è per questo che dona la Bibbia ad Adamo. Il libro varie volte cade sul pavimento e ogni volta, cadendo, si apre sempre nella stessa pagina che riporta il Libro di Giobbe. Adamo lo rimette varie volte a posto ma, in un certo momento, decide di leggerlo a partire da quel libro, per cercare di comprendere il comportamento di Ivan, e leggendolo scopre inconsciamente di avere anche lui un’umanità: le parole della storia biblica diventano per Adamo nutrimento esplicativo e balsamo per la sua personalità. Adamo subisce, come per incanto, una metamorfosi: leggendo quel libro viene a conoscenza – sulla base del comportamento di Ivan -, che Dio ha permesso a Satana di mettere alla prova Giobbe, uomo integro e retto, timorato di Dio, che, nonostante tutti i mali che il diavolo gli ha inflitto, con estrema rassegnazione ha sopportato tutto, comprese le sofferenze dovute alla malattia che lo ha colpito. Perché Giobbe? Giobbe simboleggia l’antinomia tra l’uomo onesto che subisce ogni sopruso e l’uomo cattivo che invece tiranneggia, ma è anche la metafora della giustizia, istituzione ideata per combattere e punire la malvagità. Ma nel film sarà così o ci sarà un’altra via, quella della speranza o quella del caso?
Nel film Abbi fede si associano la violenza gratuita, l’arroganza e l’ignoranza che vengono messe in contrasto con la Conoscenza, che viene esaltata, perché essa rappresenta la panacea di tutti i mali con un messaggio forte e chiaro.
Abbi fede è un film grottesco, demenziale, paradossale, ironico, perspicace, con un tono forse esagerato e dai lineamenti profondamente attuali, che descrive l’eterna lotta tra il bene e il male e metaforicamente uno spaccato della nostra società, che ha perso il suo senso, dove la violenza fisica non ha limiti, dove il furto è considerato un’azione normale e dove sparare ad un altro è consuetudine giusta e preventiva. Dove l’amicizia intesa come mutua assistenza per il bene non esiste e dove anche la malformazione sin dalla nascita è ritenuta un peccato.
Abbi fede, remake della pellicola danese “Le mele di Adamo” di Anders Thomas Jensen (2006) e secondo film diretto da Giorgio Pasotti, ha diversi significati simbolici e paradigmatici ed è costellato di metafore; esso sarà gradito dai credenti ma anche dai non credenti pur se il regista usa strumenti religiosi (sacerdote, chiesa, Bibbia, ecc.) – ovvio in un paese cattolico come il nostro -, per trasmettere i suoi messaggi: soltanto grazie alla conoscenza, lottando l’ignoranza e la prepotenza, si può vincere il male e migliorare moralmente l’individuo e quindi il mondo intero; l’amicizia è mutua assistenza per il bene – non fraternità nel male – come sosteneva Cicerone.
Filmografia: Io, Arlecchino (2014).
Francesco Giuliano
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