L’insetticida clorpirifos-metile, – formula bruta C7H7Cl3NO3PS, nome IUPAC: O,O–dimetil-O–3,5,6-tricloro-2-piridintiofosfato -, è un estere tiofosforico in quanto contiene oltre il fosforo P anche lo zolfo S (tio). I componenti degli esteri fosforici, tiofosforici e ditiofosforici “sono dotati di un diverso grado di stabilità chimica, ma tutti si decompongono pressoché immediatamente in ambiente alcalino” [1], cioè trattati con soluzioni acquose a pH > 7. Per il risanamento ambientale inquinato da esteri fosforici si potrebbero usare anche soluzioni o di bicarbonato di sodio NaHCO3 (solubilità in acqua uguale a 96 g/L a 20 °C) di concentrazione pari a 50g/L avente pH minore di 8,5, o soluzioni di carbonato sodico Na2CO3 più solubile del precedente (solubilità in acqua pari a 220 g/L a 20°C) di concentrazione pari a 50g/L avente pH pari a 11,5 circa. Ovviamente, la soluzione di carbonato di sodio, avendo una basicità più elevata, favorirebbe la decomposizione dell’estere fosforico in maniera più immediata. “Dal punto di vista sanitario, tale categoria di composti (ndr: gli esteri fosforici) è quella responsabile dei più gravi casi di intossicazione acuta, anche se alcuni di essi non possono essere compresi in un’unica valutazione essendo dotati di bassa o bassissima tossicità. La maggior parte di essi è caratterizzata da tossicità elevatissima …”[1]. Il clorpirifos-metile è “uno degli insetticidi organofosfati più diffusi” in agricoltura. Ha largo spettro d’azione e agisce per contatto, ingestione e per via aerea. È classificato come pesticida organofosforico con effetti neurotossici, tant’è che la U. S. Enviroment Protection Agency2 ne ha proibito l’uso negli ambienti domestici. Esso, come tutti gli altri, inibisce, infatti, l’enzima acetilcolinesterasi, che controlla il livello di acetilcolina (il mediatore chimico di trasmissione tra il nervo ed il muscolo), in quanto ne catalizza la dissociazione in acido acetico e la vitamina colina, che sono sostanze inerti:
acetilcolina –> acido acetico + colina
L’inibizione dell’enzima acetilcolinesterasi conseguentemente comporta un accumulo nell’organismo di acetilcolina che ha effetti parasimpatici1. Il clorpirifos-metile è un Interferente Endocrino (IE) con meccanismi inediti e inattesi ed effetti a lungo termine sulla regolazione neuro-endocrina e tiroidea. L’esposizione cronica al clorpirifos può produrre perdita di memoria, depressione e insonnia.[2]
Francesco Giuliano
[1] A. Sampaolo, Contaminazioni chimiche degli alimenti, USES, Firenze
News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.