FIRENZE – Inizia proprio in Toscana, più precisamente a Bagno a Ripoli, un piccolo comune di Firenze, nel 1992, la storia di Giovanni Forconi. Una storia definita altalenante ma altresì affascinante, nonostante le ferite lasciate sul nostro intervistato.
Giovanni ha deciso di intraprendere un viaggio, fisico e spirituale, attraverso l’Europa. Fin qui, penserete, niente di speciale… ma, il viaggio si svolge quasi completamente a piedi, con un semplice zainetto in spalla e una tenda.
Al di là delle domande tecniche, la prima domanda che mi sono sentita di porre a Giovanni è cosa lo spingesse a fare un’esperienza simile e quali le sue aspettative.
– Tutto quello che sono – ha riferito – lo devo al mio passato, nel bene e nel male. Ho perso il papà quando ero solo un adolescente e la mamma poco dopo in circostanze molto pesanti per un ragazzo poco più che ventenne. Questo mi ha portato a frequentare ambienti che stavano lentamente spengendo anche me. Oltre alle ferite che mi portavo dietro, mi ero anche circondato di persone negative, ma, grazie alla mia forza di volontà ho capito quanto fosse forte la mia voglia di vivere e di dimostrare al mondo e, in qualche modo ai miei genitori, che posso farcela.
Una storia toccante anche da una semplice intervista telefonica, ma, una volta capito cosa lo abbia spinto a buttarsi in un’impresa tanto impegnativa, impossibile non chiedersi che cosa si aspetta Giovanni da questo viaggio.
– Mi aspetto di ritrovare me stesso, di capire chi sono fino in fondo e chi voglio essere. Voglio dimostrare la possibilità dell’impossibile. E poi, anche se il viaggio è appena cominciato, non va sottovalutato l’impatto emotivo e spirituale nel percepire l’invisibile, altre realtà ed energie. Sto trovando tante risposte ma anche nuove domande. Quello che voglio? Migliorare. In tutto e per tutto.
Il cammino è lungo migliaia di km, ma le tappe sono ben scandite nel programma minuzioso di Giovanni: Cammino portoghese, che sta già percorrendo, passando per Lisbona, fino a Santiago; Cammino francese, già percorso in precedenza, ma nella direzione opposta; Cammino del nord con piccole tappe intermedie; Via Francigena.
Le nazioni che verranno attraversate sono tante e Giovanni dovrà affidarsi a qualche nave, ma, per il resto, niente inganni: mesi duri macinando circa 30 km al giorno.
Per finire, la domanda sorge spontanea: come gestisce pasti, igiene e budget?
– Sono partito con un budget mensile prefissato. Avendo perso i genitori ho ereditato un appartamento che affitto e cerco di non sforare spendendo in cose superflue. Pranzo e ceno in locali tipici a seconda della fame e dell’offerta del posto in cui mi trovo. Per quanto riguarda l’igiene, quando necessario, chiedo la possibilità di lavarmi in qualche ostello. Anche perché, per essere onesto, quando il tempo è brutto brutto, cerco di passare la notte al chiuso e ne approfitto dei vari comfort che mi vengono offerti. Dipende tanto dalla disponibilità locale dei gestori.
Seguiremo in prima persona le avventure di Giovanni e se volete aggiornamenti costanti potete seguirlo sulla sua pagina Instagram @cambiarecammino. In ogni caso, non perdetevi il nostro prossimo articolo a riguardo con gli aggiornamenti di metà percorso e consigli e racconti più tecnici.
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