Dopo aver scritto “Paolo a Canestro, 60 anni di basket”, ho pensato al mio “Gente di basket”. Noi che ci interessiamo di sport crediamo – talvolta – nella cabala. Il titolo ripercorre un viaggio editoriale legato al libro “Gente di Ponza”, pubblicato a giugno 2001 con quattro ristampe negli anni successivi. È stato il prof. Rino Caputo – notissimo docente di letteratura italiana all’Università di Tor Vergata – a suggerire il titolo pensando a: “Gente di Dublino” di James Joyce e “Gente in Aspromonte” di Corrado Alvaro. Nessun paragone con due grandi autori della letteratura europea, la speranza è che questo volume riscuota identico successo. Ho cercato di descrivere alla mia maniera tanti personaggi – donne e uomini – che conosco ed ho conosciuto bene, specialmente a Latina, città che amo profondamente. Alcuni ci hanno lasciato recentemente, gettando nella costernazione un ambiente molto unito come quello della Pallacanestro Pontina. La bellezza, il piacere di conoscere centinaia di giocatrici, giocatori, arbitri, coach, dirigenti e altri addetti ai lavori mi ha spinto a descrivere un mondo che apprezzo, ricordando storie che ho vissuto personalmente. Quando ho regalato con piacere, durante la festa di Santa Candida, il libro “Paolo a Canestro, 60 anni di basket” al mio amico di sempre Geppino Assenzo, ex presidente della Fabiani Formia e sindaco di Ventotene, ha detto semplicemente: “Paolo, è la tua vita”. Ha ragione, non ho mai abbandonato l’universo della palla a spicchi, girando da un continente all’altro per guardare, apprendere, divertirmi.
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