LATINA – Latina ha i suoi due primi donatori di plasma iperimmune, trovati al termine di una ricerca partita oltre due mesi fa. Il Centro Trasfusionale di Latina sta lavorando in collaborazione con l’Avis per la ricerca dei profili giusti. Nel sangue dei due donatori sono infatti rimasti efficacissimi anticorpi contro il covid, analizzati prima al Goretti e poi sottoposti ad uno speciale test eseguito allo Spallanzani, che ha dato la sua definitiva approvazione.
“Si tratta di un prodotto di qualità elevatissima. I nostri donatori hanno una quantità incredibile di anticorpi e credo che gli infettivologi dell’ospedale lo richiederanno molto presto”, spiega Francesco Equitani, l’ematologo che dirige l’ Unità Operativa Complessa di Medicina Trasfusionale del Goretti.
“La selezione è partita dal mese di settembre, perché siamo convinti che questo plasma possa essere uno strumento molto buono nell’armamentario di cura dei pazienti covid, anche se non lo consideriamo la panacea di tutti i mali. E soprattutto non è così facile trovarlo con i requisiti giusti “.
“Abbiamo ricevuto centinaia di chiamate di donatori che si sono messi a disposizione sul territorio, ma per conoscere il tipo di efficacia del plasma raccolto, dobbiamo eseguire un test estremamente complesso, il cosiddetto test di misurazione degli anticorpi anticovid neutralizzanti, che si svolge esclusivamente allo Spallanzani con tempi che possono anche essere lunghi. Soltanto questo esame, però, ci sa dire se ci sono anticorpi circolanti nel sangue e quanti ce ne sono. Gli anticorpi immuni infatti non sono presenti in uguale misura nelle persone e soprattutto quando ci sono tendono a cadere in tempi piuttosto rapidi”.
“Per ogni singola donazione si ottengono tre sotto donazioni che vengono destinate ad un unico paziente. Noi a primavera avevamo già utilizzato il plasma da convalescente, facendocelo prestare dal San Matteo di Pavia. Ma la modifica che abbiamo tentato di introdurre ora, e che il Comitato etico Lazio 2 ci ha approvato, è quella di sperimentare il plasma da convalescente in una fase più precoce della malattia, quindi non quando il paziente sta malissimo, ma quando, pur affetto da polmonite, è in condizioni stabili.
Molto spesso la ricerca di questo plasma avviene on demand, su richiesta. Ci si incontra con i colleghi infettivologi o internisti e, se c’è una necessità reale, si cerca un donatore. Nel frattempo comunque noi procediamo per la nostra strada, per avere plasma da usare al bisogno, magari quando è più difficile reclutarlo e indipendentemente dal gruppo sanguigno del donatore. Se noi troviamo che il donatore ha anticorpi neutralizzanti in quantità efficace, lo preleviamo e lo teniamo bancato per almeno due anni. Se invece non dovesse essere utilizzato – ma non crediamo che questo accadrà – non verrà certo eliminato ma sarà conferito all’industria di lavorazione per la produzione di farmaci emoderivati.
Al Goretti ci sono tre dottoresse del Centro Trasfusionale che si stanno occupando degli appuntamenti. Si scrive alla posta elettronica e poi saranno loro a prendere in carico tutte le singole richieste e a indicare il percorso se ci sono i requisiti. Se invece si tratta di donatori di sangue, possono anche rivolgersi all’Avis e sarà Avis ad occuparsi del primo filtro, per capire se ci sono i margini per donare.
In ospedale ci sono otto persone tra medici e infermieri, ma sul territorio almeno una trentina di medici e infermieri dell’Avis, il Presidente e altri volontari. Ci tengo a dire una cosa in particolare: tutto viene fatto per volontariato sul territorio e per dovere istituzionale in Azienda. Non ci sono guadagni, non ci sono extra, non ci sono sponsor. C’è solo il nostro lavoro istituzionale e da parte di Avis, che è il nostro partner sul territorio, l’impegno volontario. I test allo Spallanzani riprenderanno dopo il 7 gennaio.
( Fonte Luna Notizie )
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