Una cerimonia, aperta a pochi e nel pieno rispetto delle regole anticovid, sobria ma intensa quella che, venerdì scorso, l’Amministrazione Comunale di Sabaudia ha voluto dedicare al ricordo di Francesco La Macchia, uno dei suoi cittadini più illustri, a tre anni dalla scomparsa. Non casuale la data, incastonata proprio nel bel mezzo del sessantenario delle Olimpiadi di Roma, dove un giovane La Macchia fu tra i protagonisti più acclamati conquistando, in coppia con Aldo Dezi, la medaglia d’argento nella canoa, C2 metri 1000, alle spalle dell’imbattibile equipaggio sovietico. La prima e unica nella storia italiana della specialità nella rassegna a cinque cerchi.
Insieme al sindaco Giada Gervasi e ai familiari del compianto campione, presenti all’incontro il vice sindaco e assessore allo Sport, Alessio Sartori, il consigliere comunale Gennaro Riccardi, il comandante, Ispettore Capo Lorenzo Schivo, ed una rappresentanza del Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro di Sabaudia, di cui La Macchia è stato portacolori e anima.
“Con questa cerimonia celebriamo i meriti sportivi di Francesco, da atleta e da tecnico, ma ricordiamo soprattutto il suo impegno nella vita comunitaria, in particolar modo al fianco delle nuove generazioni, perché lui ha sin da subito riconosciuto il valore sociale dello sport e l’etica alla base dello stesso. Seppur in un momento particolare e delicato, che ha impedito una cerimonia aperta a tutti coloro che lo hanno conosciuto apprezzandone le infinite doti umane e professionali, era doveroso ricordarlo e ribadire la nostra riconoscenza per aver la sua attività sul territorio e per aver portato in alto, con i suoi successi sportivi, il nostro della nostra Sabaudia”, ha dichiarato il primo cittadino, consegnando una targa alla signora Anna, moglie di Francesco La Macchia, accompagnata dal figlio Silvio e dai nipoti Ludovica e Andrea.
Ad esprimersi anche l’Assessore Sartori e il Comandante Schivo delle Fiamme Oro, i quali hanno ripercorso le gesta dell’atleta rimarcando il grande impegno e la costante attenzione per tutta la comunità sportiva di Sabaudia. Il figlio Silvio, invece, ha sottolineato l’impegno sociale del padre che ha da sempre intuito il grande valore dello sport per tutti i giovani di Sabaudia, quale mezzo di aggregazione, socializzazione e prevenzione delle devianze e dipendenze giovanili.
Un campione non solo nello sport l’asso della pagaia, nato in Sicilia, ma trapiantato a Sabaudia fin dalla giovinezza, ma anche e soprattutto nella vita, nel corso della quale ha saputo instancabilmente trasmettere ai suoi allievi i valori fondamentali dello sport: il rispetto per l’avversario, il senso di appartenenza e di collaborazione, la disciplina, l’impegno e lo spirito di sacrifico. Quelli che muovono il buon vivere.
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