Venerdì 4 Settembre, alle ore 21, all’interno dei Giardini del Palazzo del Comune di Latina, in Piazza del Popolo, si terrà il Concerto dei Roots Magic organizzato dal Circolo H in collaborazione con “Il Muro” ed inserito nella “Rassegna Estiva 2020” grazie all’Assessorato alla Cultura, al Turismo e allo Sport del Comune di Latina.
La musica suonata dal quartetto Roots Magic – una sorta di Avant-Blues Repertory Band – con Alberto Popolla (clarinetti), Errico De Fabritiis (sassofoni), Gianfranco Tedeschi (contrabbasso), Fabrizio Spera (batteria), attinge ai due estremi della tradizione musicale afro-americana. Dal Blues ancestrale di Blind Willie Johnson e Charlie Patton al Free di Ornette Coleman e John Carter. Dall’afro-futurismo di Sun Ra fino al Jazz creativo di Phil Cohran, Julius Hemphill e Henry Threadgill. Per capirci, dal Delta Blues al Jazz Creativo, un repertorio calibrato intorno all’idea di reinvenzione della radice Blues fra tradizione e innovazione. Il progetto Roots Magic nasce a Roma nel corso del 2013. Tre i loro lavori: il primo CD “Hoodoo Blues & Roots Magic” (2015), il secondo “Last Kind Words” (2017) e il terzo “Take Root Among The Stars” (2020) tutti pubblicati dalla portoghese Clean Feed.
Sui Roots Magic l’esperto Stefano Merighi scrive (https://www.centrodarte.it/concerti/2020-02-05-roots-magic/ ): “Le radici innervano la vita lasciando tracce indelebili. Succede nella biografia di ognuno e succede nelle arti, dove anche il più trasgressivo dei ribelli non può nascondere il luogo originario, la linfa essenziale che ne focalizza l’identità. La magia delle radici illumina e nutre la creatività di Roots Magic, quartetto di jazz italiano tra i più lodati dagli osservatori internazionali in questi anni. Alberto Popolla, Errico De Fabritiis, Gianfranco Tedeschi e Fabrizio Spera, attivi da anni nell’area romana, si concentrano nel trovare il linguaggio comune che amalgama gli antichi bluesmen del Delta, gli uomini del free jazz, gli innovatori dell’AACM di Chicago. Incrociano i loro repertori facendo scoccare scintille, creando cortocircuiti inattesi, soprattutto mantenendo il blues come fuoco musicale imprescindibile per alimentare la fiamma sonora che tiene unita la grande musica afroamericana. Così, il recupero del repertorio non guarda ad una imitazione di maniera o alla mera riproposizione stilistica, ma funziona come reale ispirazione poetica che forgia un carattere peculiare e già subito riconoscibile. I fiati di Popolla e De Fabritiis si intrecciano in improvvisazioni sempre leggibili eppure eccitanti e febbrili, evocando assieme al blues le musiche popolari emarginate o nascoste dal “pensiero unico” del nostro tempo. La ritmica di Tedeschi e Spera è un propellente attivo e vitale, ricco di sfumature e funky quando occorre scatenare la danza. Tra i temi riportati a nuova vita, quelli di Charley Patton e Skip James, e poi perle di Julius Hemphill, Olu Dara, Sun Ra, Henry Threadgill, ma non solo … . Non mancano gli originali dei singoli, a comporre un mosaico policromo di musiche attraenti, sempre sul filo della sorpresa. Roots Magic ha già calcato i palcoscenici di diverse città americane, quelli di festival come il portoghese Seixal Jazz, l’austriaco Konfrontationen e i nostri di Cormons e S. Anna Arresi.”
Francesco Giuliano
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