LATINA – Le nuove linee di indirizzo urbanistico del Comune arrivano da Roma e passano per Cisterna ma mettono in ginocchio la città di Latina consegnandola ai palazzinari romani”
Non usa giri di parole e va dritto al punto il consigliere comunale di opposizione.
“Arrivano da Roma – spiega nel suo comunicato stampa che è un vero e proprio atto d’accusa nei confronti dell’assessore all’urbanistica Buttarelli -, passando da Cisterna, le nuove linee di indirizzo urbanistico che la Giunta Coletta e in particolare il suo assessore Gianfranco Buttarelli vorrebbero cucire addosso al Comune di Latina.
Un’operazione così sfacciata che l’ufficio dell’assessore e la presidente della Commissione Urbanistica, Celina Mattei, non si sono nemmeno preoccupati di depurare, nella bozza di proposta di Delibera di Consiglio Comunale, consegnata ai commissari in vista della seduta di Commissione programmata per domani 20 settembre, i chiari riferimenti alla provenienza romana del documento da discutere.
Si perché nella proposta consegnata ai commissari si legge chiaramente che la delibera in questione è stata approvata dall’assise capitolina l’11 dicembre 2014 e pubblicata sull’albo pretorio della Capitale con tanto di consiglieri presenti che hanno votato a favore, contro o astenendosi oltre ai nomi dei dirigenti che non sono di certo quelli del Comune di Latina.
Una vera e propria gaffe su cui verrebbe anche da sorridere se non fosse che sotto di essa si profila una vena di profonda incompetenza e un vero e proprio disegno di esautorazione delle scelte da parte dei cittadini di Latina e dei loro rappresentanti.
Farsi commissariare in questo modo da referenti romani che hanno gia posto le loro basi a Cisterna è davvero grave ma ancor più grave è l’incompetenza e l’approssimazione con cui si pretende di far passare tale proposta di delibera da portare in Consiglio Comunale.
Nel documento si legge infatti nell’allegato A che le norme tecniche di attuazione del Prg sarebbero 20, mentre a Latina sono soltanto 13! Dunque i paladini del Bene Comune non si sono nemmeno accorti di questa grossolana incongruenza oppure la fretta è stata come al solito una cattiva consigliera.
Ma è anche e sopratutto nel merito che la proposta presentata da Buttarelli, arrivata da chissà quale canale referenziale vicino al nostro assessore, presenta dei limiti oggettivi e racconta di un disegno caro ad ambienti imprenditoriali del cemento ben precisi.
Adottare i criteri scelti dal Comune di Roma per la sua area metropolitana nella ‘determinazione del maggior valore immobiliare generato da interventi di costruzione’ in particolare su ‘aree o immobili in variante urbanistica o con cambio di destinazione d’uso’ è sbagliato perché la realtà immobiliare di Latina non può certamente essere paragonata a quella della Capitale, dove il mercato nonostante la crisi non ha subito le flessioni che si sono registrate in provincia; ma lo è sopratutto perché questo aggravio di costi che sfora il 50% a cui invece fa riferimento la legge ricadrà tutto sulle spalle dei cittadini che si troveranno ad acquistare casa o a richiedere un cambio di destinazione d’uso.
Si sappia, dunque, che le prossime varianti in deroga o con cambio di destinazione d’uso al comune di Latina saranno soltanto a pagamento e gli imprenditori, quelli che potranno, si limiteranno a pagare un costo aggiuntivo spalmandolo poi sul prezzo degli immobili.
Nei fatti, con questa operazione, si importa un modello romano di gestione dell’urbanistica che, non solo negli ultimi anni ha cementificato le periferie della Capitale, ma le ha lasciate anche senza alcun tipo di servizi per i cittadini.
Chi potrà pagare avrà la sua variante, chi invece no resterà a guardare.
Ci dica dunque chiaramente Buttarelli, e di rimando il sindaco Coletta, a quali referenti e a quali ambienti imprenditoriali romani intende consegnare la città di Latina.
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