Definire e praticare la “scienza”, così come si definiscono e si praticano la letteratura e/o la poesia, è cosa ardua in quanto un individuo qualsiasi non potrebbe agire inconsapevolmente secondo i canoni scientifici. È certo che la scienza finora ha prodotto una grande conoscenza sulla natura e su tutte le attività umane ma è altrettanto certo che il suo procedere è basato su una continua incertezza. E ancor più problematica appare la distinzione tra “Scienze esatte” e “Scienze empiriche” nel tentativo di dare alla “scienza” una definizione comprensibile, in quanto ai profani potrebbe sembrare che tutto ciò che chiamiamo “scienza” risolva tutti i problemi umani, mentre, in effetti, essa cerca di risolverli (come ho ampiamente raccontato nel romanzo “La ricerca”, Aracne ed. 2018).
Il fisico e storico della scienza Lucio Russo definisce “scienza esatta” quella scienza che si basa su una teoria scientifica e presenta tre caratteristiche fondamentali:
1) la prima caratteristica è che la scienza opera su “entità teoriche” specifiche e non su entità tangibili, concrete; come, ad esempio, per la geometria euclidea (quella che viene insegnata a scuola) l’entità fondamentale è il punto che non esiste in natura;
2) la seconda caratteristica è che il procedimento usato nella scienza è basato sulla logica ipotetico-deduttiva, che usa enunciati (postulati o assiomi) sulle sue “entità teoriche” deducendone le conseguenze con coerenza interna. Basti pensare alla geometria euclidea che si fonda su cinque postulati e sui tre principi aristotelici: identità, non-contraddizione e del terzo escluso. Il procedimento scientifico in tal modo permette di distinguere la verità dalla falsità, anche se verità e falsità non hanno significato assoluto perché valgono solo per il sistema teorico considerato. Ovviamente, in ogni contesto scientifico, bisogna tener conto dei due teoremi di incompletezza (applicati alla matematica) di Kurt Gödel così sintetizzabili: in un sistema è possibile costruire una proposizione sintatticamente corretta che non può essere né dimostrata né confutata all’interno dello stesso sistema e nessun sistema, che sia abbastanza coerente ed espressivo, può essere utilizzato per dimostrare la sua stessa coerenza;
3) la terza caratteristica è basata sulle “regole di corrispondenza” tra la teoria scientifica e la realtà mediante il metodo sperimentale che, però, varia da scienza a scienza e non dà garanzie sulla verità o sulla falsità della corrispondenza.
C’è, tuttavia, una quarta caratteristica, evidenziata dallo scrittore croato Mirko Grmek, secondo cui la vera scienza è la sistematicità, e quindi la coerenza, con la quale l’attività di ricerca applica il metodo sperimentale.
Secondo il fisico Alan Cromer, infine, la scienza è dotata di un senso non comune perché il suo processo si oppone al “comune” pensiero umano che è associativo e soggettivo e, per questo, tende ad avere una percezione “ingenua” della natura.
Prendendo ora come riferimento la biologia, o meglio la microbiologia, che attualmente si interessa, tra l’altro, di studiare il virus Sars-Cov-2 e le sue conseguenze, essa può considerarsi scienza “esatta” perché oltre ad avere profonde basi storiche proprie utilizza i principi e i procedimenti di scienze “esatte” come la matematica, la fisica, la chimica.
Francesco Giuliano
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