Per i latini il termine “res”=cosa ha un valore/senso assolutamente concreto,materiale o pesante: la Cosa Pubblica cioè “di peso” e per la funzione e per il significato, dunque lo Stato, una res; loro (i latini) dicevano “res non verba”, cose concrete e non parole. Il 2 giugno ricorre l’anniversario della proclamazione di quella Cosa meravigliosa, un “fatto” straordinario, d’incommensurabile peso-valore. Una cosa reale,non certo una fantasia. Che siano dannati tutti coloro che oggi si permettono di insultarla quella Cosa, di ritenerla una cosa da nulla,generica etc.
“[…] Nessuno dei contadini,per la ragione opposta era iscritto [al partito fascista]…..Che cosa avevano a che fare con il Governo,con il Potere,con lo Stato?….Per i contadini,lo Stato è più lontano del cielo….Perciò essi,com’è giusto, non si rendono affatto conto di che cosa sia la lotta politica: è una questione personale di quelli di Roma…Quando, nei primi giorni, mi capitava d’incontrare sul sentiero,fuori del paese,qualche vecchio contadino che non mi conosceva ancora……e mi chiedeva:” Chi sei? Addò vades? -, Passeggio, rispondevo, sono un confinato. – ……Un esiliato? Peccato! Qualcuno a Roma ti ha voluto male- E non aggiungeva altro.” (Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, 1947).  (gimaul)


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