LATINA- Non ne usciremo migliori, come suggerisce una retorica bugiarda. Potremmo uscirne cambiati, rinnovati, assai più consapevoli. Per riflettere sulla mia esperienza, ne uscirò meno solo. In primo luogo, perché ho avuto la possibilità di conoscere meglio mio fratello, ad esempio. C’è stato un dialogo più frequente, risate, canzonature e l’esigenza di vivere al meglio possibile questo tempo lento.
Nel mentre, poi, la parola d’ordine era, ed in parte rimane, “distanziamento sociale” posso dire di avere conosciuto e scoperto varie persone. Specialmente una, di persona. Casualmente, in un pomeriggio appesantito dalla noia, scorro le amicizie di Facebook. Mi imbatto in occhi così belli da mettere in soggezione persino una collaudata faccia di bronzo come la mia.
Ha avuto inizio un dialogo che, per il momento, non si è ancora interrotto. Un dialogare intorno alla vastità delle onde schiumose del nostro vivere: la famiglia, la routine, l’amore che uno vive e che avrebbe sognato diverso. Nascono sintonie, si sviluppano energie, si plasmano affetti. Dal nulla?
Dal tutto che sono le anime, questa entità incorporea così viva e pulsante. E’ nato un affetto tenero, dolce a cui non ho voglia di rinunciare.
O meglio, ci rinuncerò quando l’avrò convinta a volare di nuovo. Quando avrà compreso, finalmente, che la Vita non è andata tutta persa. Che si può e in alcuni casi si deve ricominciare. Perché questo tempo è un secondo, un attimo. Siamo attori che tentano di recitare un copione di cui non ricordiamo nemmeno un quarto di battuta. Giochiamo a mosca cieca con la Vita. Le direi, oggi, in questa giornata doppiamente speciale: non sprecare il tempo, dai valore al tuo tempo! Riallena le tue ali e vola, sorridi, fai rinascere nei tuoi occhi la luce come è solito fare il mare col sole.
Ripenseremo a questo tempo che pretendeva d’esser vuoto al quale, invece, ho dato la tua forma.
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