LENOLA – Uno spiacevole episodio a cui non vorremmo mai assistere e a cui speriamo possa essere posto rimedio. Protagonisti da una parte i rappresentanti dei Carabinieri in veste di sceriffi e dall’altra un ottuagenario portatore di handicap. Location: Lenola, paesino di poco più di 4mila anime in provincia di Latina, ai tempi del coronavirus.
Non vorremmo assistere a scene con i tutori dell’ordine che si appiccicano sul petto una stella da sceriffo. Né in tempi di Covid-19 né in tempi di normalità, e il confine tra i due tempi è più sottile di quanto immaginiamo. Le restrizioni e i divieti hanno frustrato i sogni di molti, hanno rallentato gli obiettivi di altri, hanno sconvolto la vita di tutti noi, le cronache del coronavirus hanno insegnato che esistono due mondi, chi da una parte è stato confinato a sopravvivere nel limbo dell’isolamento e chi per giuramenti di Ippocrate e affini è in trincea per salvare vite, poi c’è l’altro mondo, chi sta nel mezzo. E nel mezzo ci sono chi come Giano bifronte osserva gli uni e gli altri, tutela gli uni e gli altri, controlla gli uni e gli altri. Loro sono le forze dell’ordine, chiamati a un duro lavoro in un periodo di incertezza come questo, ma come al solito c’è chi vagheggia il sogno di uno Stato di polizia in contrasto con lo Stato di diritto, dove il forte schiaccia il debole, dimenticando dove è nata la tradizione culturale dello ius, smarrendo al contempo la linea di dove è nata la culla della civiltà.
Siamo a Lenola, paesino in provincia di Latina, è il 30 marzo.
Il signor Salvatore Spirito esce di casa per recarsi in farmacia, che dista dalla sua abitazione poco più di cento metri. È sordomuto dai 15 anni, da quando una meningite lo ha reso completamente sordo e ne ha minato le capacità linguistiche (tecnicamente è affetto da sordomutismo chi non ha potuto acquisire in maniera naturale la lingua parlata) e visive, nel tragitto -come accade alle persone anziane- si sofferma a leggere gli annunci mortuari affissi sulla bacheca comunale. È in quel momento che un carabiniere, probabilmente indispettito dal tempo di lettura dell’anziano (che ha anche una visione limitata, certificata), lo ferma e gli chiede i documenti (atto legittimo), il signor Salvatore tenta di spiegare che non riesce ad ascoltare cosa gli viene richiesto, però poi alla fine capisce e consegna la sua carta d’identità, dichiarando di recarsi in farmacia tant’è che mostra anche le scatole dei medicinali (vuote) che gli occorrono come ‘campione’. I militari (sono in due) nel brogliaccio riportano le dichiarazioni dell’anziano, ne verificano le generalità e lo congedano senza che ci sia una presa visione e una sottoscrizione.
Il signor Salvatore si reca in farmacia, acquista i medicinali e rincasa.
Il 3 aprile a Salvatore gli viene notificata una multa pari a 400 euro in cui sono spuntate le voci ‘si trovava a leggere le affissioni comunali’ e ‘si muoveva in assenza di comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o di motivi di salute’ (e recarsi in farmacia cosa è, una nuova forma di gioco di ruolo con annesso jogging in borghese?!), più tra le dichiarazioni riportate uno stringatissimo ‘riferiva di recarsi in farmacia’, un’ammissione parziale poiché non è stato riportato sul brogliaccio -per via di un probabile e improvviso crampo dello scrittore da parte dell’estensore- che Salvatore Spirito non è che ‘riferisse ma si accingeva ad andare in farmacia’. È diverso, non c’è una vaga idea della sua azione ma l’azione è là, c’è, esiste. E comunque, nella contestazione, la eventuale ‘passeggiata’ dell’anziano sotto casa, individualmente, in quella data era (è) ammessa da circolare del Viminale.
A questo punto una domanda è legittima. Ed è questa. Come è possibile comminare una sanzione pecuniaria a un ottantenne in quelle condizioni di handicap (anche un ipovedente ne intuirebbe uno stato di salute non ottimale) quando lo stesso ha provato a spiegare che si stava recando in farmacia? Altra considerazione: che è frutto più di elasticità mentale e quieto vivere che di analisi matematica: siamo a Lenola, gli abitanti si conoscono un po’ tutti, siamo a quota 4mila residenti, è possibile che i componenti della stazione dei Carabinieri non conoscano il proprio gregge? Ancora: quando si ferma un soggetto si pongono domande e si ascolta la replica. Ecco, se si imparasse ad ascoltare conosceremmo anche l’altro, in questo caso una persona sordomuta e con il senso della vista seriamente danneggiato.
Esiste solo il concetto dura lex sed lex o esiste solo una interpretazione unilaterale?
Le forze di Ps hanno il diritto di fermare chiunque, richiedere i documenti, ma non hanno il diritto di comminare sanzioni ad casum. Ma forse avranno il diritto di accertare che si tratti di un equivoco che possa essere chiarito grazie alla sensibilità dei vertici provinciali dell’Arma.
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