“Spesso ci lamentiamo che non esiste un senso di comunità, ed è vero. Perché allora non provare a ritrovarlo in un momento critico”. Da questa riflessione sortisce un’idea che senza alcuna esitazione viene abbracciata finora da un centinaio di sabaudiani o comunque “innamorati della Città del Parco”. E’ l’incipit che dà il la a “Diario di Sabaudia. La bella addormentata nel bosco attende un bacio”. E,, successivamente, a “Sabaudia in lontananza” riservata a quanto hanno dovuto lasciarla ma la portano sempre nel cuore. Un’iniziativa, nata esattamente un mese fa, che sin da subito ha riscosso un notevole successo, tanto da trovare anche spazio tra le pagine del Corriere della Sera. L’intento è quello di coinvolgere residenti e non residenti nella narrazione di quanto brulica nell’intimo di ognuno al cospetto di una situazione surreale, al di là dell’immaginabile, scolpita forse solo nella fantasia cinematografica. “Dove tutti siamo, involontariamente, protagonisti e testimoni di un momento storico senza precedenti”, come scrive ancora Donata Carelli, sabaudiana doc, sceneggiatrice, insegnante di Lettere Antiche, dottore di ricerca e cultrice della materia presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, anima, organizzatrice e coordinatrice del progetto culturale, Una sorta di confessionale dove esprimere su carta ansie, timori, speranze e sensazioni acquisite alla visione del deserto che ci circonda. Sullo sfondo di una Sabaudia dalla mille attrattive, suo malgrado, dormiente. Lanciato dalle pagine di facebook, l’esperimento offre a tutti la possibilità di travasare momenti d’intimità tra le pagine di un diario condiviso. Due, dieci, venti righe per ricordare stati d’animo in momenti di vita che si spera irripetibili. Un nuovo esempio del fermento culturale che anima Sabaudia.
Foto di Rita Caradonna
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