BRUXELLES – Adinolfi (Lega), a Bruxelles incontro con il Ministro Amendola per la tutela dei prodotti made in Italy e le nostre eccellenze locali dal Nutriscore francese. «Bene la mozione delle Lega approvata dal Consiglio Regionale della Toscana, iniziativa da replicare anche nelle altre regioni»
In questi giorni a Bruxelles abbiamo tenuto un vertice straordinario con il Ministro degli Affari Europei Vincenzo Amendola, i membri della cabina di regia e gli europarlamentari delle Commissioni Industria e Ambiente e Ivano Vacondio, Presidente Federalimentari sulla necessità di tutelare i prodotti alimentari italiani dal nutriscore.Le etichette nutrizionali che rischiano di affermarsi nell’Unione Europea sotto la spinta delle multinazionali e che bocciano ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop) che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare. Si legge nella nota dell’Eurodeputato pontino della Lega, Matteo Adinolfi.
«Sul nutriscore – spiega Adinolfi -, come ha ricordato anche il nostro capodelegazione, Marco Campomenosi – non ci sono dubbi. L’utilizzo che alcuni paesi ne stanno facendo è arbitrario e discriminatorio nei confronti del nostro agroalimentare. La proposta del governo italiano, a cui già la Lega ha lavorato durante il procedente esecutivo, va portata avanti con coraggio e con la consapevolezza che, purtroppo ancora una volta come spesso avviene sempre più di recente, il resto d’Europa lavora contro di noi.
Con questo sistema voluto dalla Francia e dagli altri Paesi del Nord Europa, si rischia dunque – come evidenziano le principali associazioni di produttori e coltivatori italiani – di promuovere bevande gassate con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma e di Bassiano le cui semplici ricette non possono essere certo modificate.
Il sistema proposto rischia di essere troppo semplicistico e di veicolare solo parzialmente il messaggio volto a migliorare le scelte a tavola – come hanno ben spiegato i ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli, autori di numerosi studi sulla dieta Mediterranea –: la nostra dieta Mediterranea non è una classifica né una lista della spesa, ma riflette una storia centenaria che rischia di sparire se iniziamo a considerare gli alimenti come atomi che non comunicano tra loro. E’ impensabile ad esempio, come fa il nutriscore francese, valutare l’olio di oliva al di fuori del contesto in cui viene comunemente utilizzato.
Ecco perché bisogna agire al di là delle divisioni politiche nazionali per tutelare con la massima efficacia le produzioni locali del nostro Paese. In questo quadro è di grande interesse la mozione presentata dalla Lega in Toscana e approvata dal Consiglio regionale, che impegna la Giunta ad “attivarsi con ogni mezzo e in ogni sede” per scongiurarne l’applicazione, così da “difendere la produzione alimentare toscana e la salute dei cittadini”. L’Esecutivo è chiamato anche a ricorrere a “sistemi alternativi” quali l’educazione alimentare, le produzioni locali, il chilometro zero, anche perché la “reale efficacia del sistema Nutri-Score – si legge nel testo – risulta diversa dai presupposti teorici su cui si basa. Non c’è infatti alcuna garanzia che consumando solo prodotti con bollino verde si assicura un’alimentazione equilibrata”.
Un’iniziativa che potrebbe benissimo essere replicata anche nelle altre regioni dove tante eccellenze della produzione locale sono a rischio di una forte penalizzazione con il nutriscore francese.
Questo sistema, purtroppo, cerca di influenzare i consumatori nei loro comportamenti orientandolo a preferire prodotti stranieri di minore qualità: la Lega, dunque, dal canto suo non farà mancare il sostegno alla proposta italiana che privilegia l’equilibrio nutrizionale, ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera, come prevede l’etichettatura del sistema a batteria che finalmente il nostro Governo, sotto la spinta delle associazioni di categoria e dopo le tante denunce e i tanti allarmi, ha presentato alla Commissione Ue».
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