DA NON DIMENTICARE

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La memoria è per l’uomo il fulcro della libertà della storia.            Chi spezza i legami con il proprio passato è destinato a smarrirsi.  Reinhold Niebuhr

Nel giorno della memoria non si possono dimenticare le persone dei campi di concentramento nazisti creati (dal 1933 al 1945) dalla Germania prima e durante la seconda guerra mondiale. In questi luoghi (lager) furono internati e uccisi oppositori politici, ebrei, rom, sinti, disabili e omosessuali.

Non bisogna mai dimenticare le lucide parole dello scrittore torinese Primo Levi: «Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre» … «L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria».

Non si può scordare il 27 gennaio 1945, il giorno in cui le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, mettendo fine allo sterminio di milioni di ebrei.

È bene non dimenticare che nei lager nazisti furono uccisi 6 milioni di ebrei e un milione e mezzo erano bambini innocenti, ma è altrettanto importante non dimenticare altre persone che sono  «i dimenticati della storia, gli espulsi dalla vita».

Da non dimenticare Aylan Kurdi, il piccolo profugo siriano annegato davanti alla spiaggia di Bodrum in Turchia il 2 settembre 2015. Il bambino riverso sulla spiaggia, dopo il fallito tentativo di raggiungere l’isola greca di Kod, ha davvero scosso tante coscienze. Aylan ci ricorda che «non basta commuoversi, occorre muoversi.

Da non dimenticare la strage di matrice fascista  di settantadue giovani a Utova,  in Norvegia, compiuta da Anders Breivick nel 2011; l’estremista di destra che ha sconvolto il mondo è stato condannato a 21 anni di carcere.

 Da non dimenticare Concetta Candido il 27 giugno 2017, nella sede dell’Inps di Torino si è cosparsa di alcol e si è data fuoco. Di mestiere faceva l’addetta alle pulizie in una grande birreria di Settimo Torinese, inquadrata in una cooperativa inventata e presieduta dagli stessi titolari della birreria. Dopo essere stata licenziata e rimasta senza lavoro, senza liquidazione e con il sussidio di disoccupazione che, per un disguido burocratico, non arrivava: Così Concetta è giunta all’apice della disperazione.

Da non dimenticare le migliaia di vite umane dei migranti che, aggrappate a un gommone, sono state inghiottite dalle acque profonde del mar Mediterraneo diventato, negli ultimi anni, un grande cimitero.

Da non dimenticare la strage di cinquanta immigrati mussulmani realizzata da Brenton Tarrant nel 2019 in Nuova Zelanda.

Da non dimenticare l’appello della signora Fytros, madre di Evita e Andreas (14 e 11 anni) e moglie di Grigoris, morti nel vasto incendio che ha colpito la Grecia, che ci invia ad abbracciare tutti i giorni i nostri figli. Questo messaggio di raccomandazione è rivolto alle madri e ai padri che hanno ancora i loro figli in vita.

Da non dimenticare Luigi (e anche Vittorio, Crocifissa e tutti gli altri) malato da tredici anni di Sla che dice: «io sono felice e non ho un attimo di noia, qui alla “San Pietro”(struttura sanitaria di lungodegenza presente in Brianza), dove sono risorto con nuova linfa, perché vivere una malattia con l’aiuto di persone competenti e positive ti fa stare bene e tu veramente puoi amare la vita… All’inizio ero disperato poi un medico che ha trovato il modo per farmi respirare mi ha cambiato la vita».

Da non dimenticare Omran, il bambino di Aleppo scampato dal bombardamento il 17 agosto dopo il raid compiuto da aerei siriani o russi, la cui foto ha fatto il giro del mondo.  La foto del suo volto ricoperto di sangue era stata diffusa su tutti i social network, diventando simbolo della guerra in Siria.

Da non dimenticare Ani Laurent il ragazzo di quattordici anni che è entrato di nascosto nel carrello di un aereo transcontinentale ed è morto l’8 gennaio 2020.

 

 


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