LATINA- Incontro tra don Luigi Ciotti e gli studenti del Marconi,Manzoni, G.Cesare,Einaudi,Pacifici DE Magistris, Ramadù V. Veneto- Salvemini,Galilei-Sani, nel quadro del percorso formativo organizzato dall’ufficio Diocesano per la Pastorale sociale.
Un’ invasione di giovani nella curia vescovile che sono stati suddivisi nelle sale, San Marco, San Cesareo,San Lidano.
Don Luigi Ciotti ricorda che il tema al centro della lezione è “cittadinanza e costituzione” due elementi che vanno di pari passo, perché la costituzione è il nostro faro, la nostra carta che dobbiamo sempre tenere presente e rispettare.Oggi c’è tanta carenza di giustizia e per questo si innestano tante contraddizioni. “Noi dobbiamo andare incontro a coloro che hanno una speranza e non dobbiamo deluderli. Sono tempi difficili ma sono capisaldi per andare avanti e respingere la rassegnazione.”
” Ho paura di chi ha certezze assolute Non vogliono srntir parlare di diseguaglianze ma nel mondo sono tante e i giovani sono in povertà perché non ci sono certezze per loro, perché manca il lavoro. Oggi la democrazia è in pericolo Nel mondo sono in corso 30 guerre e tanti giovani,molti bambini muoiono,mentre 258 milioni di persone fuggono verso un mondo migliore, che non trovano e molti di loro muoiono in fondo al mare .Papa Francesco è straordinario e si rivolge a tutti i potenti della terra per dire loro che occorre dare a chi fugge un porto sicuro. Il 20 % della popolazione italiana detiene il 72% della ricchezza e questo non è giusto, così come nel mondo 5 milioni di miliardari hanno il 70 % della ricchezza, mentre i poveri aumentano. Due milioni di giovani vagano nel nulla nel nostro Paese, perché non terminano gli studi e sono senza lavoro. Queste sono cifre reali che fanno riflettere.” “Ho molta fiducia nelle nuove generazioni, per questo sono qui e ho fondato,anni fa,le associazioni Abele e Libera.
Oggi c’è una violenza di parole e bisogna fare una dieta.
C’è chi, volutamente, soffia sulle parole.Si tende a disumanizzarsi e la persona diventa individuo, perciò si diventa anche più egoisti, più cattivi. L’accoglienza è la base della vita e tenere sempre la porta aperta, come dice Papa Francesco,serve per diventare persona, perché si entra in relazione con gli altri.
E’ necessario respingere la rassegnazione. La politica è servizio per il bene comune, per il bene delle persone e non affarismo. Occorre un’educazione permanente verso le relazioni sociali.
Don Ciotti ha ricordato quando, dalla sua Pieve di Cadore si trasferì, con tutta la famiglia, a Torino, perché il padre aveva bisogno di lavorare e giunti nel capoluogo piemontese la loro prima casa fu la baracca del cantiere, dove poi sorse il Politecnico di Torino.
Ha ricordato quando dal tram, che lo conduceva,ogni mattina, a scuola, vide un uomo sulla panchina dei giardini e lui si incuriosì e un giorno si avvicinò e cercò di avere un colloquio, ma quella persona non rispondeva mai, continuando a leggere. Aveva gli occhi pieni di solitudine,disperazione. Scoprì, dopo, che era un medico,che si era ammalato di esaurimento nervoso ed era diventato un barbone, con cui, però,alla fine,riuscì ad avere uno scambio di parole.Poi, un giorno, non lo vide più e seppe che era deceduto.Sono momenti di vita concreta, di tanti anni fa, nella Torino degli anni cinquanta, dove si intrecciavano solitudine, disperazione e speranza.
Oggi c’è bisogno di un nuovo umanesimo e di un’ecologia integrale: sono due cardini fondamentali per evitare la catastrofe dell’umanità. Ognuno,però, deve fare la sua parte, ma il pacchetto di maggioranza ce l’ha Dio, è lui che ci guiderà sempre.”Propongo, ha concluso don Luigi Ciotti, tra gli applausi degli studenti, che Rosario Livatino, giudice di Agrigento, ucciso dalla mafia nel 1990,diventi Santo”. Il vescovo della diocesi di Latina, monsignor Crociata, ha assistito, in prima fila, alla conferenza e poi, alla fine,quando gli è stato chiesto di intervenire ha rinunciato, dimostrando un grande senso di correttezza e di intelligenza.
E’ stata davvero una lezione speciale, che ha fatto sicuramente bene allo spirito e alla conoscenza di tutti gli studenti che hanno potuto assistere a questo bagno di cultura.
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