Fare domande è un’arte più da maestri che da discepoli. Bisogna già aver imparato molte cose per saper domandare ciò che non si sa. Rousseau dalla Nouvelle Eloise
Nel leggere attentamente il Vangelo, quel “grande romanzo polifonico”, ci si accorge, come dimostra l’esegeta biblico e il teologo raffinato, Ludwig Monti, nella sua ultima fatica letteraria e saggistica, Le domande di Gesù (edizioni San Paolo), che Gesù nel suo insegnamento, fatto di “azioni e parole”, ha rivolto con sapienza molte domande ai suoi numerosi interlocutori. Le domande di Gesù, centrali, importanti nel suo insegnamento, nel corso dei secoli hanno indotto a riflettere e chiamato tutti a rinnovate responsabilità: filosofi, teologi, antropologi, sociologi, politici, economisti, intellettuali e studiosi impegnati nei vari campi del sapere umano. Ha scritto nella Prefazione Enzo Bianchi, l’ex priore di Bose, che «Fare domande è un’arte, perché si tratta non solo di parlare ad un destinatario, ma di indurlo ad ascoltare per porre a se stesso un interrogativo, un sospetto, un dubbio. E la risposta suscitata da una domanda intelligente deve venire dal profondo del cuore, per essere una risposta nella libertà e veramente pensata». Ludwig Monti, monaco di Bose, ha raccolto dal 2013 tutte le più famose domande del maestro di Galilea, commentandole in maniera coinvolgente per ogni uomo o donna, credente e non, che desideri porre in questione, nelle diverse fasi dell’esistenza, se stesso, la sua vita, le sue scelte. Nello stilare questo corposo elenco di domande semplici e chiarissime l’autore le ha suddivise per attestazioni evangeliche e per destinatari. Nella Premessa, da “buon scriba”, l’autore afferma che Gesù, instancabile provocatore di interrogativi pubblici, amava porre domande, molto più che dare delle risposte, come testimonia l’evangelista Marco (13,31): «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie domande non passeranno». La qualità di una persona non si valuta dalle risposte ma dalle domande che riesce a formulare perché, come diceva Oscar Wilde: «a dare risposte sono capaci tutti, ma a porre le domande ci vuole un genio». Le questioni sollevate dagli interrogativi ad alta voce posti da Gesù sono di grande interesse per gli uomini e le donne di oggi perché, nel problematizzare l’esistente, aprono spazi immensi di riflessione sul “mestiere di vivere” e profonde meditazioni. Di fronte alle importanti domande esistenziali «Chi sono? Da dove vengo? Dove vado?» Gesù non sfugge e non ignora che l’incompiutezza è parte costitutiva dell’essere umano.
È auspicabile che le domande essenziali e cruciali, poste con una irrompente forza da Gesù, siano “sale, sapore, senso, luce alla vita di chi le ascolta” e possano essere discusse e stimolare nuove domande e avviare verso sentieri impensati. Tutte le domande, implicite ed esplicite, hanno diritto di cittadinanza nell’agorà umana e nessuna richiede un’unica risposta che bisogna attendere con pazienza.
Nell’Introduzione l’autore, nello stimolare il lettore a un incontro diretto che generi «nuove domande, in un infinito interrogare e interrogarci che può preservarci da ogni durezza, intolleranza, ignavia e stupidità», indica, secondo le minuziose ricerche effettuate, il numero delle domande più significative (217) che Gesù, fin dall’età di dodici anni, ha posto e ricevuto dai suoi interlocutori: discepoli sconcertati e dubbiosi, uomini religiosi del suo tempo (farisei, capi dei sacerdoti, scribi, anziani del popolo, sadducei), esperti della Torah, folla di uditori e persone malate. Le domande, divise in 5 gruppi, sono domande aperte, affascinanti che stimolano la riflessione, che richiedono una decisione e che persuadono l’interlocutore a rispondere e domande “coercitive”.
Le domande dirette, drammatiche e inquietanti di Gesù toccano punti nodali (il digiuno, il divorzio, la lettura delle Scritture, il rispetto del sabato, satana, il regno di Dio, la fede, la paura, il nome, il corpo, il cibo, la cura, la fiducia, la ricchezza, il sale, il desiderio di vedere, il giudicare) poiché il maestro, vero esperto nell’arte di vivere la quotidianità, va diritto al cuore delle questioni essenziali. Spesso di fronte a certi interrogativi Gesù con abilità dialettica sposta l’accento, allarga il campo per non rischiare di rinchiudersi nelle secche della momentanea polemica con i suoi interlocutori. A volte all’incalzare delle laconiche domande rivolte a Gesù fanno eco le risposte lapidarie che richiamano nuovi interrogativi. L’autore per ogni domanda esaminata ricostruisce con precisione, oltre le parole-chiave, il contesto in cui nasce l’interrogativo permettendo così di cogliere la particolarità di ogni racconto riportato e collegato alla domanda. Ma secondo l’evangelista Marco tutta la vita di Gesù è un tentativo di risposta alle infinite e inesauribili domande. Per l’uomo, per la sua crescita e maturità, per il suo cammino di umanizzazione le domande fondamentali da porsi sono: «Che cosa cercate? Che cosa desiderate? Per che cosa vale la pena di vivere e di morire?». Questi interrogativi, sollevati da Gesù, hanno ancora una grande importanza per gli uomini e le donne di oggi. Ha scritto recentemente il saggista gesuita Antonio Spadaro «per restare umani è fondamentale imparare a riconoscere le domande vere e importanti sulla nostra esistenza e sul nostro vivere insieme… Dobbiamo riattivarle… è un lavoro spirituale, complesso, che richiede una grande sensibilità, una grande umanità» Ludwig Monti in questo volume, Le domande di Gesù, sostenuto da uno stile narrativo chiaro e scorrevole, dimostra una ricchezza di conoscenza e di analisi, un’acutezza di intuizioni e di investigazioni e una genialità del suo approccio alla ricerca della Parola biblica.
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