Caino, primogenito di Eva e Adamo, è il primo essere umano nato dal grembo materno come tutti noi. Dopo la nascita di Abele si ritiene usurpato, percepisce la presenza del fratello come insidia intollerabile, come minaccia e reagisce con violenza, finendo con uccidere Abele. Mono Ovadia
Autodifesa di Caino di Andrea Camilleri (Sellerio Editore) è l’ultimo libro dello scrittore siciliano, un monologo, che è un interrogarsi sul male, e sarebbe stato rappresentato il 15 luglio alle Terme di Caracalla, due giorni prima della scomparsa del regista teatrale e televisivo, l’ideatore del commissario Montalbano. Questa rappresentazione scenica, ultima opera letteraria, dimostra che Andrea Camilleri oltre a essere un narratore è stato un uomo di teatro, uno sceneggiatore, «un cultore della perduta arte della conversazione» come ha scritto l’editore nella nota introduttiva. Caino è uno dei personaggi biblici (Genesi, I libro del Vecchio Testamento) più discusso, più inquietante e più interrogante che si presenta come «il primo assassino della storia umana». L’autore, infatti, fra le prime battute del monologo pone, dopo aver ricordato le infinite stragi, gli eccidi, i genocidi degli uomini nel corso degli ultimi 150 anni, l’interrogativo: «Se non ci fossi stato io, avreste amato il prossimo vostro come voi stessi?». Lo scrittore siciliano immagina che Caino, in un’aula di tribunale, davanti a dei giudici (gli ascoltatori) proceda alla sua autodifesa. Nelle prime pagine del racconto, bellissima e originale è la creazione di Adamo, il “cretoso”, il “terragno” paragonato a un nanetto, posto nel giardino dell’Eden. Nel narrare la vicenda di Caino, l’agricoltore, Camilleri apre incisi per raccontare la sua versione sulla nascita di Caino, condannato al Male perché figlio di un diavolo, diversa da quella di Abele, il pastore, destinato al Bene perché figlio di un arcangelo. L’autore, inoltre, fa considerazioni a margine, si sofferma a riflettere sulla infedeltà coniugale della prima coppia Adamo ed Eva, sulle gelosie, sugli scontri e sui litigi scoppiati tra i due fratelli, sulla legittima difesa da parte di Caino che, nell’autodifendersi, spiega i diversi moventi per l’assassino di Abele (la distruzione dell’orto da parte delle pecore, la tempesta di pugni subiti con la “volontà omicida” ecc.). Concitate e incalzanti, come sequenze cinematografiche, sono le descrizioni dell’uccisione del fratello da parte di Caino, dell’occultamento del cadavere, dei vari tentativi di seppellire il corpo di Abele. Un senso di ironia accompagna diverse parti della scorrevole e attraente narrazione interrotta da voci registrate, con musiche di accompagnamento, e da proiezioni di filmati come quello comico di Dario Fo, di Carol Reed (Il terzo uomo). Nel raccontare ciò che avvenne dopo i tragici momenti del delitto, non poteva mancare la drammatica scena del pressante dialogo tra Caino e Dio che chiede spiegazioni della scomparsa di Abele. Il fratricida, messo alle strette, chiede perdono, si predispone a scontare la pena, accetta di portare il corno sulla testa come segno di riconoscimento.
Camilleri nel costruire l’architettura narrativa del monologo mostra di aver ricercato e studiato la sterminata letteratura dell’episodio biblico, la miriade di controstorie e le varie versioni storicamente date, in particolare di Giordano Bruno, Gioachino Belli e altri autori contemporanei. Pagine commoventi s’incontrano quando l’autore racconta l’errare di Caino, il ritrovamento del luogo in cui fu seppellito il fratello ucciso, l’incontro con persone che pregano intorno alla tomba nel ricordo di Abele, la notte trascorsa dentro il cerchio di pietre e l’idea di costruire una vera città con case di pietra, dove le prime leggi sarebbero state il rispetto reciproco e l’accoglienza. Caino, nel costruire sette città e nel voler far vivere meglio le comunità che le abitavano, diede vita al baratto, alla moneta, alla banca, alla lavorazione del ferro, alle fabbriche, alle case di preghiera, e si inventò anche la cetra, il flauto, il tamburo e quindi la musica. Egli è sicuro che davanti a Dio soprattutto l’aver inventato la musica è valso più di ogni altro pentimento. Caino, prototipo di tutti gli omicidi, secondo l’autore di Porto Empedocle è diventato un simbolo necessario poiché senza il male, che è una libera scelta dell’uomo, il bene non esisterebbe e confessa «che non sempre dal bene nasce altro bene e che non sempre il male genera altro male». Pertanto invita a non pronunciare un verdetto subito, senza prima aver riflettuto.
News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.