Titolo: Cetto c’è, senzadubbiamente
Regia: Giulio Manfredonia
Soggetto: Antonio Albanese, Piero Guerrera
Sceneggiatura: Antonio Albanese, Piero Guerrera
Musiche: Emanuele Bossi
Produzione Paese: Italia, 2019
Cast: Antonio Albanese, Nicola Rignanese, Caterina Shulha, Gianfelice Imparato, Davide Giordano, Lorenza Indovina, Paola Lavini, Maria Rosaria Russo, Manfredi Saavedra, Cesare Capitani, Guido Roncalli, Marylin Gallo, […]
Dopo le avventure politiche descritte nei film Qualunquemente (2011) e Tutto tutto niente niente (2012), ecco ritornare alla ribalta il famoso politico calabrese Cetto La Qualunque (Antonio Albanese) in questo brioso e spassoso ma anche satirico Cetto c’è, senzadubbiamente, diretto, come i primi due, dal regista Giulio Manfredonia. Questo film che chiude la trilogia su questo caratteristico ed esclusivo personaggio che, con il suo comportamento e la sua storia personale e familiare, descrive in modo divertente ma pungente e profondo le vicissitudini politiche e sociali dell’Italia degli ultimi anni, ridotta ormai allo sfascio. Cetto, dopo dieci anni di soggiorno in Germania dove è diventato imprenditore di successo nel campo alimentare e dove vive con la moglie Petra (Caterina Shulha), un figlio ancora lattante e due suoceri neonazisti, ritorna in Italia, a Marina di Sopra dove è stato sindaco, per dare l’ultimo saluto alla zia (Aurora Quattrocchi) ormai in fin di vita. La zia per la gioia di vederlo gli confessa un segreto: Prima che io muoia, tu devi sapere la verità: sei figlio di un principe! Durante la permanenza nel suo paese di origine, di cui è diventato sindaco suo figlio Melo (Davide Giordano), Cetto viene contattato da Venanzo (Gianfelice Imparato), un nostalgico della monarchia, che gli propone di diventare re del Regno delle due Calabrie dato che è figlio naturale del principe borbone Buffo di Calabria, e ciò è comprovato dal test del DNA. Ovviamente Cetto, di fronte a tale magnifica e inaspettata offerta, convinto che la democrazia non può garantire più niente, un re sì, accetta senza batter ciglio. E alla presenza dei suoi fautori esulta esclamando: Oggi scriviamo una pagina che entra nei libri di storia, ammesso che qualcuno abbia ancora voglia di leggere ‘sti cazzo di libri. E per dare più forza al suo convincimento, dietro indicazione del suo amico fraterno Pino (Nicola Rignanese), con tono trionfale grida: Viva la monarchia, ‘nto culo a Cavour!
Il regista Giulio Manfredonia con il suo consueto stile pittoresco e vivace espresso nei due precedenti film, coadiuvato anche alla bravura istrionesca e insuperabile di Antonio Albanese che è l’inventore del personaggio, riesce con l’eloquenza pungente dell’affresco satirico a descrivere con precisione e accuratezza i difetti della società italiana e dei politicanti che la governano. Tra essi emergono l’ignoranza, la faciloneria, la superficialità, il pressapochismo, l’avventurismo, la corruzione, il cinismo che sono vestiti di sagace e pungente satira la quale, specialmente se esposta da un attore versatile come Albanese, persuade lo spettatore più di ogni forbito e serio linguaggio filmico. Nella fantasia della storia raccontata trova nutrimento con tono focoso, brioso, beffante e paradossale, in effetti, la descrizione di una realtà che, al contrario, risulta deprimente e angosciante e che dovrebbe dare impulso critico e valutativo allo spettatore per un’analisi appropriata e politicamente orientante.
Il film, in definitiva, diverte per le sue esilaranti e singolari battute e per l’originalità del soggetto ma, nel contempo, porta a riflettere sulla miseria umana e sui suoi effetti svantaggiosi.
Filmografia
Se fossi in te (2001), Sono stato negro pure io (2002), È già ieri (2004), Si può fare (2008), Qualunquemente (2011, Tutto tutto niente niente (2012), La nostra terra (2014).
Francesco Giuliano
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