LATINA – Si è svolta ieri, mercoledì 6 novembre, una riunione del Comitato provinciale sul piano di dimensionamento della rete scolastica. Sigle sindacali ed enti locali sono stati convocati in via Costa per analizzare le proposte avanzate dai Sindaci dei comuni pontini e dagli istituti della provincia di Latina, insieme con quelle elaborate dalla stessa Provincia.
La maggior parte dei Comuni, incluso il Comune di Latina – unico presente tra gli enti locali in sede di riunione – ha deliberato il mantenimento dello status quo. Un caso a parte è rappresentato invece dal Comune di Priverno. «Il Comune lepino – spiega la coordinatrice provinciale della Gilda Insegnanti, Patrizia Giovannini, presente all’incontro – ha bypassato il passaggio alla Provincia inviando le proprie proposte di dimensionamento direttamente alla Regione Lazio, dove già dallo scorso anno è stato istituito un tavolo specifico, dedicato proprio al comune privernese. Riteniamo gravissimo questo comportamento in quanto chiude il tema del dimensionamento scolastico alla discussione con le parti sociali, locali e territoriali, laddove tale tema, alla luce del suo impatto sui singoli territori, dovrebbe essere oggetto di ampio confronto tra tutti i soggetti coinvolti, comprese le organizzazioni sindacali, locali prima che regionali».
Tra l’altro in molti tra personale scolastico e famiglie non sono convinti della bontà delle proposte presentate dall’amministrazione Bilancia: «In particolare – racconta Giovannini – alcuni genitori intervenuti presso il nostro sindacato non sono d’accordo con la scelta reiterata da anni di smembrare e ricomporre i due Istituti comprensivi di Priverno. Gli stessi Consigli d’Istituto non sono unanimemente concordi».
Ulteriore situazione critica segnalata dalla Gilda – questa però presentata correttamente alla Provincia – è quella di Cisterna il cui Sindaco propone il passaggio della scuola dell’infanzia e primaria Cerciabella dall’I.C. Caetani all’I.C. Volpi. «Anche questa proposta appare strumentale e poco attinente alle necessità effettive dell’offerta formativa e del territorio – sottolinea Giovannini – poiché i due istituti sono dimensionati e stabili. Quando si interviene con lo spostamento di plessi si arreca un danno reale all’offerta formativa dell’istituto in quanto si perde la continuità didattica e di insegnamento garantita dalla presenza di figure professionali divenute ormai punti di riferimento da anni. Forse, dietro questo movimento amministrativo, c’è l’interesse ad agevolare il passaggio di un istituto ad una fascia di complessità superiore, perché sappiamo che maggiore complessità equivale a maggiori emolumenti».
Resta inoltre irrisolta l’annosa questione delle isole pontine i cui istituti, secondo la legge n.183 del 2011, devono raggiungere il numero di 400 alunni senza ulteriori deroghe per poter essere autonomi. «Insisteremo col chiedere alla politica di intervenire per ridurre questo limite ad almeno 300» rilancia Giovannini. «Come sindacato porteremo avanti a livello regionale tutte queste istanze di criticità al fine di tutelare, come sempre, il diritto allo studio degli alunni, il diritto ad insegnare serenamente dei docenti, il diritto a vivere in condizioni di sicurezza per tutto il personale scolastico, inclusi gli Ata».
Per ciò che compete alla Provincia, nel corso della riunione sono state anche raccolte e prese in esame tutte le proposte di implementazione di nuovi indirizzi e opzioni presentate dagli istituti superiori pontini.
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