ROMA – Manuel Bortuzzo, l’amore per Roma e per la Vita vincerà il dolore e la sedia a rotelle. Il coraggio di un leone, non chiamatelo eroe. Manuel Bortuzzo non è un eroe, come piace dire ad una epica bugiarda. Manuel è molto di più ché non è un personaggio dei poemi, ma un ragazzo in carne ed ossa. Vero e pieno di Vita, nonostante questa sia “Un regalo molto complicato, molto faticoso. A volte, doloroso.”, come amava ripetere Oriana Fallaci.

Manuel è un leone pieno di coraggio e di amore viscerale per la Vita. Lo scorso 2 febbraio all’Axa, una borgata romana nei pressi di Acilia e Casal Palocco, fu colpito per errore alla schiena da due balordi e da allora è rimasto paralizzato ed in sedia a rotelle.

Per un atleta del nuoto come Manuel questo avrebbe potuto significare piombare nel più buio degli scoramenti, un gettare la spugna rassegnandosi ad una condizione perpetua di disabilità.

Ed, invece, è nelle difficoltà più drammatiche e nel dolore più acuto che si vede la tempra di un Uomo. Di un Uomo, ripeto, non di un eroe. Manuel fin da subito ha ripreso ad allenarsi, a fare fisioterapia affidandosi alla medicina e alla ricerca. Non ho dubbi sul fatto che, alla fine, vincerà la sfida più tosta ma certamente più entusiasmante: buttare la sedia a rotella e tornare a camminare.

Ieri, durante la presentazione della nuova veste grafica del quotidiano romano “Il Tempo”, diretto dall’ottimo Franco Bechis, Manuel Bortuzzo ha riservato alla Capitale una sincera quanto appassionata dedica d’amore :”Amo Roma ed i romani e mi impegnerò in prima persona per migliorarla”.

Stupisce questa affezione per una città di cui Manuel non è figlio e che, in un certo senso, è stata teatro della sua personale tragedia. A disvelare quanto poco Stato ci sia nelle zone periferiche della città, che infatti si rivolgono a quelle forze politiche che con più spregiudicatezza soffiano sul fuoco della paura. Mentre gli altri, i buoni ed i liberali, si guardan bene da uscire dalla Ztl. Dubito che a Manuel sarebbe capitata la stessa disgrazia se si fosse trovato a passeggio in Via Frattina, in Via del Corso o nell’elegante quartiere Prati.

E’ una buona notizia che il Campidoglio si sia dichiarato parte civile nel procedimento penale che ha condannato a 10 anni gli aggressori del giovane atleta.

Almeno una piccola grande cosa buona l’ha fatta, Virginia Raggi.


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