Si può firmare l’editoriale di quello che vorrebbe essere un grande quotidiano ridicolizzando una collega dalla prima all’ultima riga?
Per Marco Travaglio è talmente possibile che stamane, dando prova di un’indole squadristica alquanto collaudata, il consueto pezzo travagliano è tutto un prendere per i fondelli Marianna Aprile, che sul settimanale “Oggi” segue le cose della politica, per cosa secondo voi? Un’idea, un ragionamento, un legittimo dissenso sul piano dei valori? No, sul bel rotacismo della Aprile.
Chissà perché se la “r moscia” riguarda un uomo, prendete ad esempio Agnelli, non è altro che un tratto d’eleganza e di nobiltà, mentre una Donna deve subìre lo scherno di un uomo invecchiato male.
Travaglio ha perso le staffe quando Marianna Aprile ha giustamente definito una “barbarie” le manette facili per gli evasori e, pensate che scandalo, anche l’uso e l’abuso della carcerazione ai tempi di “Mani Pulite”.
Figurarsi cosa deve esser accaduto nell’animo ferito di Travaglio, lui che delle res gestae di Antonio Di Pietro è stato araldo e bardo per qualche decennio, fino a sposare mediaticamente e non solo la causa del movimento di Grillo, fin dai tempi remoti del vaffanculo elevato a categoria politica.
Incapace di concepire la critica politica o professionale al netto degli insulti personali, Marco Travaglio si conferma per quel che in realtà :un misogino senza alcuna cultura del rispetto che si deve ad una Donna. A qualsiasi Donna. Figurarsi nei riguardi di una collega.
Per quanto poco possa valere, oltre alle sue qualità d’analisi politica, considero il rotacismo e persino il neo alla sommità del labbro superiore, essenze costitutive della Bellezza di Marianna Aprile.
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