LATINA – Autostrada Roma-Latina, petizione della Cisl a Mattarella: in Piazza del Popolo, il 2 agosto a Latina, la raccolta firme. Il 2 agosto 2019 dalle ore 09:30 alle 13:00 si svolgerà in Piazza del Popolo a Latina una petizione organizzata dalla Cisl di Latina, a sostegno della realizzazione dell’autostrada Roma – Latina. Una travagliata storia che dura da 15 anni: inizia dall’Anas con un’operazione finanziaria di quasi 3 miliardi, un considerevole investimento Cipe, un ricorso al Tar, un appello al Consiglio di Stato,  e da un ricorso straordinario pendente dinanzi al Presidente della Repubblica.

Lo scopo della petizione quindi è di velocizzare la decisione sull’ulteriore ricorso di carattere dilatorio, volto solo a non realizzare l’opera. Roberto CecereSegretario Generale della Cisl di Latina – ha commentato: «Occorre sfruttare le autorizzazioni ed i finanziamenti già concessi per l’opera. La sua realizzazione rappresenta per la Provincia e per l’intera Regione un sostegno efficace al nostro apparato industriale e logistico per un rilancio occupazionale trasversale a tutti i settori produttivi. I numerosi ostacoli che nel tempo si sono presentati nell’attuazione di questo progetto, riflettono la precarietà del nostro sistema sociale ed economico. Pertanto è doveroso da parte di tutti noi unirsi in un fronte comune per mantenere alta l’attenzione su questo progetto, che è indispensabile per la mobilità delle persone e delle merci».

Ricordiamo infatti che la strada statale 148 (Pontina) è considerata tra le strade più pericolose d’Italia, e i dati statistici sono impietosi. Dall’analisi ISTAT disponibili, emerge che nel corso dell’anno 2017 sono stati circa 1.500 gli incidenti nella provincia di Latina e in 12 mesi sono stati 56 i morti causati dai sinistri stradali

«La comunità pontina – prosegue Cecere – sottoscrivendo la petizione dimostrerà la ferma volontà di andare avanti, dando un messaggio forte al Governo Centrale che è ancora assorto da perplessità sulla realizzazione dell’opera, che a loro parere risulta essere solo un rischio di un eccessivo peso sui conti pubblici e sulla collettività. Studi inventati dal Movimento Cinque Stelle per bloccare tutte le grandi opere del paese. Il cambiamento deve partire dalle piccole comunità ma serve una grande presa di coscienza per evolversi e progettare il futuro».


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