Conoscevo la Cortese, tanti anni fa,per puro caso, andai a casa sua,a Milano. No, non era una diva,piuttosto una “Zia”, affettuosa e premurosa, mi parlava familiarmente come mi conoscesse da sempre. Parlammo,ovviamente, del suo Giardino, che avevo visto all’Argentina (1976) con uno stuolo dei miei alunni,le dissi che feci loro una lezione su Leopardi e Cecov -il giardino metafora dell’infanzia, della giovinezza, dei sogni e della poesia-,ne fu commossa. Come dice Liuba-Valentina(“io amo questo giardino,il mio giardino….e se lo dovete vendere allora vendete anche me”). Il giardino, la vita. Anch’io ho amato quel Giardino, di Cecov e di Strehler,uno degli spettacoli più magici,intensi e densi del Maestro, metafisico e poetico rispetto a quello di Visconti, naturalistico e impoetico (1965, teatro Valle). Le dissi di quando la vidi,per la prima volta, al Quirino,nel ’67, nei “Giganti della montagna” di Strehler ,con Turi Ferro, una contessa Ilse trasognata,appassionata e dolente che mi colpì fortemente: una identificazione mentale e “fisiologica” col personaggio (come per Liuba), un’interpretazione straziante e delirante. Altrettanto in “Santa Giovanna dei macelli” (Brecht-Strehler),istintivamente o inconsciamente rivoluzionaria, “femminista”. Autorevolmente,attorialmente lei, così anche nel recital “Milanin milanòn”, cantastorie raffinata.ironica e autoironica. S’è sempre detto che che recitasse anche quando dormiva! No, Valentina recitava LA vita trasfondendo in essa un profondo,sofferto senso dell’umano. “…..ma tu sii un pò più umano” dice allo studente Trofimov nel Giardino, e ancora: “…tu dici di essere al di sopra dell’amore,invece io sono al di sotto dell’amore”, due battute chiave del Giardino, dette dalla Cortese come un assoluto naturale, come pochissime attrici,specie oggi,potrebbero dire. Il lavoro compiuto da Strehler può dirsi davvero una grande lezione di teatro, alla stregua di Jouvet alla sua allieva (“Elvira o della passione teatrale”),nel caso del Giardino “Valentina o della passione teatrale. L’ho rivisto ieri sera (Rai5), allora,all’Argentina, tornai a vederlo altre due volte in un mese impressionato dalla intensa, struggente,fanciullesca e drammatica interpretazione della Corterse. Ho constatato che pure dalla tv la magia di quello spettacolo è intatta (bravissimi tutti gli altri attori, la Lazzarini…). Le cronaca parlano dell’ “ultima Diva”.Magari nel cinema, nel teatro no,unicamente grande,vera attrice che si è “consumata” sul palcoscenico respirandone la polvere come un essenza d’eterna giovinezza,guardando di lì la vita come un sogno. Proiettandosi oltre la siepe (il palcoscenico).Valentina, per me,per sempre “zia” llse/Liuba.(gmaul)


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