La poltrona di Antonio Tajani rimane in mano italiana. Quattro i candidati alla presidenza del Parlamento europeo votati dall’Assemblea di Strasburgo: David Sassoli per i socialisti, Ska Keller per i Verdi, Jan Zahradil per i conservatori e Sira Rego per la sinistra. Dopo la nomina di un popolare (Ursula Von der Leyen) al vertice della Commissione Europea e di un liberale (Charles Michel) al Consiglio Europeo, tocca al socialista David Sassoli assumere la presidenza dell’Europarlamento.

Prima votazione, fumata nera per 7 voti. Sono mancati appena sette voti a David Sassoli alla prima votazione. Nei primi tre scrutini serve la maggioranza assoluta dei voti, mentre dal quarto lo scontro è tra i due candidati più votati. Sui 735 votanti, con 73 schede bianche, Sassoli ha ricevuto 325 voti, zahradil 162, Keller 133, Rego 42.

Seconda votazione. Sassoli eletto. Con 345 voti David Sassoli raggiunge la maggioranza necessaria e viene eletto dall’Assemblea di Strasburgo come nuovo presidente.

Solo il Pd, tra i partiti italiani, ha votato David Sassoli alla presidenza del Parlamento europeo. Forza Italia, a quanto si apprende, si è astenuta. La Lega e Fdi hanno votato per Jan Zahradil (Conservatori Ecr). Il Movimento 5 Stelle ha invece lasciato libertà di coscienza.

David Sassoli eletto presidente dell’Europarlamento al 2°
Il discorso dopo l’elezione. Il nuovo presidente del Parlamento europeo afferma: “Il Consiglio europeo ha il dovere morale di discutere la proposta del Parlamento di riforma del regolamento di Dublino perché sapete quanta tensione si crea attorno alla non gestione della questione migratoria: i cittadini si chiedono l’Ue dov’è. L’Europa si deve attrezzare e i governi devono trasferire un po’ di potere all’Europa, devono collaborare di più”

Capitolo Ong: “Il dialogo tra il Parlamento e le Ong – dice Sassoli – penso sia costante e normale. Sono qui da dieci anni e le Ong sanno che la porta del Parlamento europeo è sempre aperta: la apriremo ancora di più. Il dialogo sarà garantito e assicurato”. “Come si può essere un Parlamento dei cittadini – domanda – se non ci si apre alla società civile, agli interessi legittimi delle lobby, e soprattutto ai cittadini?”.

“Non siamo un incidente della Storia – sottolinea il nuovo presidente – ma i figli e i nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia. Se siamo europei è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi. Ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria produce virus che stimolano istinti di superiorità e producono conflitti distruttivi”.

All’Europa serve “recuperare lo spirito dei padri fondatori”, “coniugare crescita, protezione sociale e rispetto dell’ambiente” e “rilanciare gli investimenti sostenibili”. L’esponente del Pd ha sottolineato la volontà e l’impegno per incrementare “la parità di genere” e favorire “un maggior ruolo delle donne ai vertici dell’economia, della politica e del sociale”.

Chi è David Sassoli. Classe 1956, giornalista, celebre volto del Tg1 diventato poi politico con il Partito Democratico. Gli esordi da giornalista nelle testate locali e nelle agenzie di Firenze. Poi il passaggio alla redazione romana de Il Giorno dove, per sette anni, racconta la politica. A 30 anni diventa giornalista professionista. Nel 1992 entra in Rai come inviato di cronaca del Tg3. Collabora con la trasmissione Il Rosso e il Nero, di Michele Santoro. Nel 1996 gli viene affidata la sua prima trasmissione, Cronaca in Diretta, su Rai 2. Poco tempo dopo, passa a condurre Prima, rotocalco quotidiano del Tg1. Si afferma progressivamente come volto del Tg1, fino a diventare vice direttore della testata della rete ammiraglia. Poi l’avventura politica, legata a Walter Veltroni, al Pd e all’Europa. Si candida con successo alle elezioni europee del 6 e 7 giugno 2009 come capolista nell’Italia Centrale e raccoglie una montagna di preferenze. Nel 2012 perde le primarie per sindaco di Roma, sconfitto insieme a Paolo Gentiloni da Ignazio Marino. Si ricandida alle Europee nel 2014, quelle del boom renziano. Diventa vice presidente del Parlamento Europeo. Si è nuovamente candidato ed è stato nuovamente eletto in Europa a maggio scorso.
Noi lo ricordiamo quando è venuto nel tour elettorale a Latina,all’enoteca, “la Dolce Vite”, tra una spaghettata e un buon bicchiere di vino, abbiamo ricordato i tempi della RAI e poi un caro abbraccio, accompagnato sempre da Enrico Forte, fino a Norma e in altri comuni pontini. In provincia di Latina ha ottenuto oltre 6 mila voti.


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