Passa nelle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera un emendamento del Pd (a firma Sensi e Giachetti) per “salvare” Radio Radicale, con un finanziamento di altri 3 milioni per il 2019. Il testo è stato riformulato, spiegano i dem, su proposta della Lega. Ma il governo con il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, ha dato parere contrario. Hanno votato a favore la Lega e tutti gli altri partiti, mentre il Movimento 5 Stelle ha votato contro. La misura punta a favorire la conversione in digitale e la conservazione degli archivi.
«Su Radio Radicale la soluzione più equa era di finanziare la conversione in digitale e la conservazione degli archivi multimediali, fino ad una spesa massima di 1 milione di euro nel triennio – spiegano i deputati M5S delle commissioni Bilancio e Finanze – L’emendamento proposto dalle opposizioni ha disposto invece di erogare altri 3 milioni di euro nel solo 2019 ad una radio che ne riceverà già 9 quest’anno. Una scelta a cui hanno aderito tutti i partiti, Lega compresa, e che ci ha trovato fortemente contrari».
Lo scontro all’interno del governo si allarga anche alla Commissione di Vigilanza Rai, che doveva esprimersi sul doppio incarico al presidente Marcello Foa, nominato anche ai vertici di RaiCom. Il voto è saltato: i due gruppi di maggioranza, in una riunione di 20 minuti avvenuta fuori dall’aula, non hanno trovato l’accordo sull’emendamento presentato dal capogruppo della Lega, Massimiliano Capitanio, e hanno fatto mancare il numero legale. Se ne riparlerà la prossima settimana.
«M5S e Lega divisi su Foa fanno saltare ancora la seduta. Parlamento bloccato e umiliato, la maggioranza per lavorare non c’è più: uniti solo da arroganza contro istituzioni colleghi e funzionari», commenta su Twitter il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi.
Per i quotidiani invece si va verso la chiusura Nessun finanziamento nei prossimi anni. Dal Manifesto a Latina oggi,dal Centro di Pescara, all’Avvenire, da Libero a tanti altri fogli. Sarà notte fonda, con mille disoccupati in più. Ma Crini,definito dal compianto Massimo Bordin,”un gerarca minore”,insiste : niente finanziamenti per i quotidiani. Per i grillini la stampa è “carta straccia”.
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