Un clima di intimidazione ai danni di commercianti e imprenditori locali era stato creato dal clan: i commercianti erano costretti a subire estorsioni attraverso attentanti dinamitardi e minacce. L’operazione ha consentito di scoprire anche un consistente traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, marijuana e hashish, importate dalla Colombia e dalla spagna grazie ad alleanze con gruppi criminali camorristici e siciliani.
LE INTERCETTAZIONI – «Qua se c’è qualcuno che comanda sono i Fragalà e basta. A Torvajanica abbiamo sempre comandato noi. La prossima volta che rientra qua, ti faccio uscire con i piedi davanti. E vai a dirlo a Sebastiano» disse Ignazio Fragalà nel febbraio 2016 durante una conversazione intercettata: il boss stava parlando con due persone che consideravano il pregiudicato locale, Sebastiano Giuliani, come un criminale egemone nella zona del litorale romano. «Io quando mi sento tradito da qualcuno, che potrebbe anche essere mio padre o mio figlio, io gli sparò. Dice ‘che ammazzeresti tuo figlio?’ Sì sì, perché no, Se mio figlio cammina con me, facciamo il reato insieme e mi tradisce, io lo ammazzo» ha detto in una conversazione captata dagli investigatori nel 2015 il boss Alessandro Fragalà, finito oggi in manette.
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