Latina- L’onestà non è sufficiente, serve competenza. La Politica capace rialzi la testa e lo faccia insieme. Damiano Coletta dovrebbe vedere e, se possibile, comprendere il monologo che Toni Servillo recita nei panni di Giulio Andreotti nel magnifico “Il Divo” di Sorrentino. Assai più di una perla attoriale, quella clip costituisce una lezione di filosofia – e prassi- politica. Quasi fosse una mise en scène del pensiero machievellico. Dice Servillo- Andreotti: “(..) La mostruosa, inconfessabile contraddizione: perpetuare il male per garantire il bene”.
La Politica non è bianco o nero, non può essere in alcun modo ridotta ad uno schema manicheo ed assai pericoloso fatto di buoni e cattivi. L’onestà non può essere elevata a categoria della Politica, semmai ad una sua precondizione, ad un requisito basilare che sta alla Politica come il battito cardiaco alla Vita.
Non ci si definisce onesti, non si brandisce una categoria etica e morale a fini propagandistici o elettorali.
Il successo di Coletta e del suo pseudo movimento civico, in realtà un contenitore pieno di tutto e di niente, sta proprio in questa dimensione che ha tutto il sapore del mistico: come non ricordare, prima delle elezioni amministrative che nel 2016 lo portarono a Piazza del Popolo, quella fiaccolata per la legalità che vide una folta partecipazione popolare davanti la Questura? Lì , radunati, c’erano tutti gli eroi ed i santoni che sarebbero divenuti i protagonisti di questa nuova stagione del potere che a me pare la mortificazione più grande della politica come professione, per usare il titolo di una fortunata conferenza di Max Weber che il Sindaco dovrebbe leggere.
Quella fiaccolata ebbe il sapore, almeno ai miei occhi, di una pagliacciata e di una manovra elettorale. Chi scrive non ebbe bisogno di sfilare lì davanti, due anni prima s’era recato negli uffici della Polizia per denunciare una serie di fatti e circostanze oggetto di procedimenti penali in corso riguardanti i massimi livelli della criminalità locale.
Ritenni assai più utile far così piuttosto che girovagare con una fiaccola per le mani.
Leggiamo di indagini, inchieste che riguarderebbero settori importanti della politica e del mondo produttivo. La Magistratura farà quel che deve e però ciò che trovo discutibile e squallido è l’uso strumentale che Coletta ed i suoi miracolati\e consiglieri comunali fanno di tutto questo: da una parte il passato tutto e sempre colluso, senza alcun discernimento o distinzione ( capito, compagni del Pd?) e dall’altra loro, il Bene Comune sceso dal cielo a redimere una città ammalata di corruzione mafia e crimine.
Questa rappresentazione è falsa e mistificatoria. A Latina ci sono sempre stati tanti giovani attenti e rigorosi (come non ricordare la straordinaria manifestazione a sostegno della Dott.ssa Lucia Aielli quando apparvero delle epigrafi che annunziavano la sua morte?), donne e uomini che hanno esercitato la Politica come arte nobile ed al servizio generoso della comunità, tanto a destra quanto a sinistra. Faccio due esempi per tutti: Giorgio De Marchis e Cesare Bruni.
La Politica è il “tutto” scriveva Machiavelli nel “Principe”. La vittoria di Lbc e di Coletta ha rappresentato e continua a rappresentare il tonfo sordo della classe politica onesta (senza scioccamente farne un vanto) che invece dovrebbe riorganizzarsi, rialzare la testa, prepararsi ad una sfida politica che dovrà essere inedita rispetto alla storia passata.
A Latina non ha più senso, oggi e maggior ragione domani, una contrapposizione muscolare centrodestra- centrosinistra, anche perché quella roba non esiste più. Ciò di cui ci sarebbe bisogno, invece, è di un fronte largo ed ampio che riaffermi la centralità e la bontà della Politica fatta di competenza, militanza e passione. Oltre le categorie stantie di un 900 morto definitivamente.
Chissà se ne avranno la capacità e la voglia, i politici seri, di riprendersi orgogliosi l’agorà ed il cuore di Latina.
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