ROMA- I 285 villini, costruiti a Bella Farnia di Sabaudia, furono sequestrati nel marzo del 2006 dopo il cambiamento della destinazione d’uso delle abitazioni, da case per anziani a villette vendute singolarmente. Il provvedimento fu firmato dal GIP Cario su richiesta del sostituto procuratore Miliano.
La Cassazione ha dunque deciso che il tutto debba considerarsi una lottizzazione abusiva . La suprema corte aveva sospeso il processo e rimesso gli atti alla Consulta, dopo che la difesa aveva contestato la confisca, nonostante la caduta in prescrizione dei reati contestati.
Nel maggio 2012 la Corte di Appello aveva confermato la condanna a due anni per Carmen Lorenzi, proprietaria del terreno e per il figlio, Carmine Ciccone, titolare della Petrarca Immobiliare, per il reato di concorso in lottizzazione abusiva. Entrambi avevano rinunciato alla prescrizione per ottenere l’assoluzione ed evitare così la confisca dei beni. L’ex sindaco di Sabaudia e i dirigenti Carlo Gurgone e Vincenzo d’Arcangelo erano stati prosciolti da ogni accusa, proprio per sopraggiunta prescrizione.
Nel frattempo però, una sentenza della Corte di Giustizia europea aveva modificato il quadro normativo, che non ammetteva la confisca in caso di prescrizione dei reati contestati. Per questo Carmen Lorenzi e Carmine Ciccone avevano revocato la rinuncia alla prescrizione, azione possibile perché la loro condanna non era ancora definitiva. La Corte di Cassazione aveva allora rimesso gli atti alla Corte Costituzionale, che aveva confermato la visione della Cassazione, per la quale il diritto comunitario, superiore a quello nazionale, non può comunque modificare i principi costituzionali di ogni Stato membro.
A questo punto la questione è tornata alla Cassazione, che è stata sospesa di nuovo per attendere il pronunciamento anche della Grande Camera europea, alla quale alcuni costruttori avevano presentato ricorso. Dopo le motivazioni della Grande Camera europea,
la Cassazione ha emesso la sentenza,confermando il reato di lottizzazione abusiva e su altre questioni ha rinviato alla Corte d’Appello,come per i profili riguardanti le parti civili, per il risarcimento del danno e per l’abuso di ufficio per i proprietari dell’area. Sulla confisca bisognerà attendere. Le parti civili sono i 120 acquirenti, assistiti dall’avvocato Marco Franco di Roma, che hanno sempre sostenuto di aver acquistato le villette in assoluta buona fede, spendendo i risparmi di una vita.


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