LATINA-
E’ la prima volta che uno dei Volumi della collana dei Quaderni di Ninfa viene dedicato ad un personaggio che non fa parte direttamente della famiglia o della storia dei Caetani. Ed è una volta speciale. Il sesto Quaderno di Ninfa è infatti dedicato all’architetto Riccardo Cerocchi e viene pubblicato in contemporanea con la mostra dell’opera di questo professionista che è stata organizzata dalla Fondazione Roffredo Caetani in collaborazione con la famiglia Cerocchi, con l’Ordine degli architetti, urbanisti, conservatori e paesaggisti della provincia di Latina e con il patrocinio del Comune di Latina.
L’inaugurazione della mostra è prevista il prossimo 11 gennaio alle ore 18 presso il Garage Ruspi, in Largo Giovanni XXIII a Latina e sarà aperta fino al prossimo 3 febbraio.
La mostra è a cura di Silvia Mastrantoni e Massimo Palumbo e espone disegni originali e materiali di archivio, una video intervista e foto di Tonino Mirabella e Marianna Lanza mentre il Catalogo è curato da Antonio Crobe. Elaborazione grafica a cura di Sara Palumbo e Ines Paolucci.
Un evento speciale che il presidente della Fondazione Caetani, l’architetto Tommaso Agnoni, sottolinea con forza: “Non deve stupire – spiega Agnoni – che la Fondazione Caetani pubblichi un quaderno e organizzi una mostra sull’opera di un architetto e questo perché l’architetto in questione si chiama Riccardo Cerocchi. Ciò non solo e non tanto perché Riccardo Cerocchi è stato presidente della Fondazione Roffredo Caetani per 10 anni tra il 1987 e il 1997 e soprattutto è stato il primo presidente dopo gli esponenti diretti della famiglia Caetani e su indicazione proprio di essi, ma perché la sua attività culturale e professionale è stata protagonista e si è intrecciata fortemente nei decenni della sua vita con gli eventi sociali e culturali del territorio pontino così come lo è stata, più a lungo e in maniera certamente diversa, quella della Famiglia e della Fondazione Caetani. In questa fase – prosegue il presidente Agnoni – in cui la Fondazione sta ritrovando il suo ruolo di protagonista nella società pontina il racconto della vita e dell’attività di Riccardo Cerocchi dal punto di vista professionale diventa quindi di fondamentale importanza per ravvivarne lo spirito. Il grande pubblico e soprattutto i più giovani infatti hanno sentito parlare di Riccardo Cerocchi esclusivamente con riferimento al suo impegno nella ideazione, fondazione e direzione del Campus Internazionale di Musica che dalla prima stagione di concerti nel 1970 e poi con il Festival Pontino ed i Corsi di Perfezionamento al Castello Caetani di Sermoneta ha rappresentato e rappresenta ancora oggi l’esperienza musicale di maggior rilievo del territorio pontino, eccellenza nazionale e internazionale. Ma Riccardo fu anche chiamato dalla Principessa Lelia Caetani, quando il 14 luglio del 1972 istituì la Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta “per onorare e perpetuare la memoria del suo grande Casato e per continuare il lavoro sociale ed educativo iniziato nel Castello di Sermoneta da suo padre, Roffredo Caetani, Duca di Sermoneta, e da sua madre Marguerite Caetani”, tra i primi consiglieri della stessa. E il suo essere architetto si è intrecciato fortemente con l’attività della Fondazione in tutte le attività che la stessa ha sviluppato per il mantenimento, la salvaguardia e il restauro dei preziosi beni monumentali di proprietà con particolare attenzione per gli interventi nel Castello di Sermoneta, proprio da lui adeguato e attrezzato per le attività concertistiche e per il soggiorno degli ospiti dei Corsi di Perfezionamento Musicale, che hanno fatto si che ancora oggi esso possa essere la sede di incontri, convegni, summer school e corsi di perfezionamento di importanti istituzioni universitarie italiane e straniere. E’ con questo spirito quindi che abbiamo voluto questa mostra e questo documento, a memoria di una vita spesa accanto alla Fondazione Roffredo Caetani per conservare i valori culturali di questo territorio ma soprattutto per farli vivere nella contemporaneità”.
Entusiasta anche il presidente dell’Ordine degli Architetti, Massimo Rosolini: “Per il nostro Ordine professionale la mostra è l’occasione per ricordare un grande collega, ma soprattutto per segnalare ai più giovani un modo di intendere la professione di architetto sostenuta dall’impegno culturale, poetico e civile. Un modo per tornare a vedere l’architettura nelle sue specifiche qualità e per aiutare a riconoscerla in un tempo in cui crisi culturale e burocratizzazione del ruolo dell’architetto tendono a offuscarla. Nella cultura della Città la mostra sull’opera di Cerocchi significa anche iniziare a guardare a una fase storica successiva agli anni della fondazione, segnata da un’aspirazione alla modernizzazione e al dialogo con le esperienze internazionali”. Appuntamento alle ore 18 di oggi, 11 gennaio


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