LATINA – È un Nicola Zingaretti a tutto campo ed in esclusiva per News-24.it, quello che dopo la kermesse di Piazza Grande si racconta ai nostri lettori. Un Governatore del Lazio, che mette da parte i temi amministrativi e racconta a cuore aperto le sue passioni e le sue speranze per i giovani e per il Paese. Un manifesto generazionale per chi si candida alla guida del Partito Democratico per riconquistare quegli elettori delusi che hanno voltato le spalle alla sinistra scegliendo il populismo a Cinque Stelle oppure restano a guardare delusi nel campo dell’astensionismo sempre più alto nel nostro paese.
Nicola Zingaretti, in una congiuntura sfavorevole per il PD e, più in generale, per i partiti riformisti lei é riuscito a fare il bis in Regione Lazio: quale é la ricetta della sua vittoria?
«La nostra forza è stato un enorme lavoro di ricucitura e di ascolto dei territori, degli amministratori, delle categorie produttive e dei cittadini. Non a caso, nello stesso giorno in cui il Pd e le forze progressiste alle politiche subivano la più grande sconfitta dal dopoguerra ad oggi, circa 380.000 cittadini del Lazio hanno votato per la nostra proposta politica consentendoci un bis mai visto nella nostra regione».
Chi scrive ha venticinque anni ed una passionaccia per la cronaca politica. Lei a vent’anni cosa sognava di fare?
«A vent’anni sognavo la politica. In questi tempi di sfiducia forse può suonare strano. Per me invece la politica è stata una passione travolgente, come un’onda. Sai quando cammini sul bagnasciuga, non te l’aspetti, lei arriva, e ti ritrovi tutto bagnato? Per me la politica è stata una cosa così. Non l’ho mai scelta, mi ci sono trovato in mezzo. Poi un giorno a 17 anni leggo “L’Agnese va a morire” di Renata Viganò. Una contadina ignorante che percepisce, però, il senso del giusto e dell’ingiusto. Mi si muove qualcosa dentro, comincio a camminare su quel bagnasciuga e da lì inizia questa splendida avventura al servizio della collettività e dei cittadini».
Piazza Grande é stato un successo di partecipazione spontanea. Tanti giovani, molte donne. È soddisfatto?
«E’ stata una bellissima giornata, superiore alle attese sia per numero di partecipanti che per la qualità dei dibattiti che si sono svolti. Dopo molti anni, si sono riviste insieme tantissime storie diverse, esperienze di governo locale, esperti, tantissimi ragazzi che si sono incontrati e hanno dialogato con iscritti al Pd, militanti, rappresentanti dell’associazionismo, del volontariato o delle imprese. Lo considero un punto di partenza. Ora bisogna andare avanti, su un percorso di rigenerazione della politica sana, con l’ambizione di ricostruire quella credibilità persa in questi anni dietro a egoismi e una gravissima sottovalutazione rispetto al dolore e alla solitudine di tante persone».
Lei ha parlato di “egocrazia”. Candidandosi alle primarie del Pd, in che modo pensa di rigenerare il centrosinistra, riportandolo al governo del Paese?
«L’egocrazia non è una malattia solo del Pd, ma è trasversale a tutta la politica. I problemi da affrontare sono giganteschi e dobbiamo ridare dignità alla partecipazione, mettendo da parte l’io e facendo prevalere il noi. Smettiamo di litigare, ma discutiamo con spirito unitario ma senza unanimismo. Auspico che il congresso produca un confronto tra idee e non una contrapposizione tra persone o tifoserie. Dobbiamo rimettere in moto un processo che ci consenta di rifondare un modello economico e sociale, che torni a coniugare crescita e equità».
Immagini di guardare negli occhi un ventenne, magari spaventato circa il suo destino. Cosa gli direbbe per convincerlo ad occuparsi di politica?
«Gli direi che l’impegno civico, prima che politico, è parte importante della formazione dei più giovani a condizione che vengano ascoltati e considerati anche nei loro punti di vista più originali. Il conflitto generazionale è parte importante e motore di quel cambiamento che oggi più che mai in Italia bisogna favorire per uscire dalle secche di un immobilismo che sta mettendo le ganasce alle nuove generazioni e al futuro stesso del Paese».
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