LATINA- Domenica il Pd eleggerà,numeri permettendo, il nuovo segretario provinciale, dopo le dimissioni di Salvatore La Penna, eletto consigliere regionale. Una parte però è contro questa decisione, presa già prima dell’estate e per questa ragione non parteciperà all’assemblea. L’ex senatore è stato scelto dalla maggioranza del Pd, determinatasi in occasione dell’ultimo congresso che ha assegnato la guida del partito a Salvatore La Penna.
Secondo il consigliere regionale Enrico Forte e l’ex deputato Federico Fauttilli, viene proposta una candidatura in perfetta continuità, una candidatura che non può essere accettata perché rappresenta un vecchio modo di fare politica che è stato spazzato via dal voto del 4 marzo, ma anche dal voto amministrativo che ha visto scelte strane, come a Cisterna,dove c’è stata un’alleanza con FI e ad Aprilia. Un vero disastro elettorale.
“Il Partito democratico – ha esordito Forte – sta vivendo un periodo cruciale e a livello locale ci troviamo convocati ad un’assemblea in cui tutto è stato deciso senza che si potesse condividere una candidatura. Siamo consapevoli che la maggioranza del Pd è un’altra, ma ci aspettavamo che almeno per il segretario si trovasse un nome condiviso”.
Ma la minoranza del Pd non ne fa solo una questione di chi guida il partito, “serve capire qual è il ruolo del partito e risolvere il nodo delle alleanze”, ha detto l’ex sottosegretaria Sesa Amici. E la questione delle alleanze in provincia di Latina non è di poco conto. Per Fauttilli il fallimento delle ultime amministrative è da attribuire alla guida che oggi vuole passare il testimone a Moscardelli: “Ad Aprilia ad esempio si è passati dal 13% delle politiche del 4 marzo al 4% delle amministrative. Dati simili valgono per Cisterna e altri comuni pontini. Perché in pochi mesi si è perso così tanto consenso? Erano forse sbagliate le alleanze”. E di alleanze nefaste ne ha parlato anche Amici, in riferimento delle elezioni per la presidenza della Provincia di Latina: “I nostri elettori sono disorientati, quando si propone un’alleanza Pd-FI, perché in questa provincia dire Forza Italia equivale a dire Claudio Fazzone e quindi ad atti politici ben determinati”.
La soluzione per Zuliani va ricercata nella capacità di rigenerazione del Partito democratico attraverso la discussione dei grandi temi e l’apertura ai più giovani: “Se non ci rigeneriamo il Pd diventerà residuale perché non più rappresentativo dei nostri elettori. Quali sono le politiche che vogliamo mettere in campo? Questo è l’interrogativo principale”.
Preannunciate da Forte assemblee da metà ottobre per rigenerare il partito e aprire il dialogo con tutti gli elettori, in vista delle primarie del 29 gennaio e del congresso regionale e nazionale.
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