Ricatto a luci rosse, pretendevano 50mila euro per tacere: arrestati due romeni

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GAETA – Da un anno e mezzo tormentavano, ricattandolo, un padre di famiglia di Gaeta. Dopo avergli estorto 15.000 euro adesso ne pretendevano altri 50.000. Alla fine l’uomo non potendone più si è rivolto agli agenti del commissariato di Gaeta.

Cosi, nel primo pomeriggio di ieri a termine della brillante attività condotta dal personale del Commissariato di Polizia di Gaeta, sono stati tratti in arresto un uomo ed una donna di nazionalità rumena che avevano reso la vita di un padre di famiglia un vero e proprio incubo. Questi infatti, da circa un anno e mezzo, era divenuto vittima delle richieste sempre più insistenti ed estorsive della donna, che già precedentemente gli aveva concesso un rapporto sessuale.

L’uomo, benchè timoroso che il rapporto fuori dal matrimonio potesse divenire di pubblico dominio e quindi rovinare il proprio menage familiare, ma rassicurato dagli Agenti del Commissariato della Polizia di Stato di Gaeta, circa una decina di giorni fa decideva di denunciare tutto compreso un episodio sfociato anche in un sequestro con conseguente pestaggio nelle campagne gaetane. Informata la Procura della Repubblica di Cassino, nella persona del sostituto procuratore Mattei e con una indagine veloce e accurata, ricostruivano l’intera vicenda documentata anche con sms e telefonate sempre più incalzanti.

Intorno alle ore 14,30 di ieri, a mettere fine all’incubo del professionista gaetano, che aveva già corrisposto agli aguzzini circa quindicimila euro ed a cui era stato richiesto l’esborso di ulteriori 50.000 euro, ci hanno pensato gli agenti della Squadra di polizia Giudiziaria del Commissariato Polizia di Gaeta che, presso la villa comunale di Formia, hanno tratto in arresto le due persone di nazionalità rumena e stanziali sul territorio: la ventinovenne Felicia Florea Ioana ed il ventiseienne Lupo Florin Madalin.

Nei loro confronti le accuse di estorsione continuata, sequestro di persona e nei confronti dell’uomo anche l’ipotesi di falso documentale dal momento che ha esibito agli agenti un documento d’identità palesemente falso sul quale sono in corso ulteriori accertamenti

Gli arrestati come disposto dall’Autorità Giudiziaria di Cassino sono stati associati rispettivamente presso le case circondariali di Cassino e Roma.


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