a cura di Giorgio Maulucci

LATINA – Quando Fellini stava girando “Satyricon”, fu anticipato sui tempi da un tal Polidori che pensò di fregarlo in volata, il cui film -Satyricon- uscì prima. La produzione di Fellini,concorde il regista, decise di intitolare il film “Fellini Satyricon”.Un titolo che sarebbe stato perfetto per “Loro” cioè lui, Sorrentino ! Vedendo il film, mi sono ripassato il “romanzo” di Petronio che,di riflesso,lo permea sia per il clima di decadenza morale e del costume di un’epoca (I sec.d.C.-XX sec.) sia per lo sfarzo rigurgitante e ributtante, per l’opulenza e flautulenza del personaggio Trimalcione, smodatamente ricco,uomo di gola,sesso e affari -i tre valletti fidati si chiamano Affarone,Contentone e Guadagnone, incredibilmente intercambiabili con alcuni “valletti” del film o della realtà-.
L’azienda di Trimalcione è assolutamente in attivo, possedimenti ovunque tra Terracina e Taranto tanto che quando chiede di elencarli, si incazza nell’apprendere di altri di cui nulla sapeva. Allusivamente associato a Nerone, anche lui ama cantare,esibirsi,contornarsi di bulli e pupe. I suoi ricevimenti sono orge “strafatte” tra portate, oppiacei, sesso omo ed eterosessuale,qualche contorno pseudoculturale. Il linguaggio e la lingua attestato la corruzione e corruttela dei costumi: è la ricchezza che conta e non lo stile. Anche in Petronio ci sono gli animali tra cui il maiale o porco, sacrificati alla voracità e libidine dei cortigiani.
Questo desolante quadro di decadenza ed indecenza in “Loro 1” c’è tutto, film volutamente eccessivo, orgiastico e ridondante, ossessivo e funerario -il senso della morte dell’anima e della mente insieme a quello di una civiltà aleggia e incombe nel Satyricon di Petronio come in quello di Sorrentino- . Giocando con le parole, Eccesso-Decesso-Cesso è la cifra del film. inversamente Barocco poiché il fasto non contempla l’allegria o il tripudio della Bellezza.Vedendolo ci si rende perfettamente conto in quale misura scandalosa il Trimalcione dei nostri tempi abbia potuto plagiare,oltraggiare e sovvertire il vivere sociale di un’epoca avviando alla depravazione soprattutto i giovani e con loro gli adulti, la politica, le istituzioni.
Pur con le riserve circa la fattura e costruzione del film, in questo Sorrentino ha centrato. Esteticamente bello,in alcune sequenze holliwuddiano,nei termini di un musicall di Broadway,con immancabili rimandi a Fellini (sempre nel suo cuore), -Satyricon,Dolce vita, Casanova-. Come sempre, perfetto T.Servillo alias Silvio, un Servillo Giano bifronte (Andreotti/Divo-Berlusconi), belli i camei Bonaiuto-A.S.Ricci ,bravissimo Bentivoglio, molto bravo lo Scamarcio (in genere per me indigesto), a confermare che quando la mano del regista è dritta e autorevole anche un “attore per caso” può rendere bene. Altrettanto la Divina, bella ed efficace. Molto belle le canzoni specie quelle napoletane


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