LATINA – Qual è il destino dei rifiuti in provincia di Latina? E la direzione della raccolta dell’immondizia in che direzione procede? Differenziata come e perché? Ciclo chiuso dei rifiuti? Ancora discariche? Il 15 marzo si avvicina: infatti mentre a Latina è partita l’avventura dell’Abc in sostituzione della LatinaAmbiente si va verso l’asta degli invasi della discarica di Borgo Montello, o meglio di una parte della discarica, quella gestita da Ecoambiente.

In tutto il Paese, in regione e i provincia si discetta tanto di energia alternativa e poi ci ostiniamo a riossigenare vecchi mostri. Nemmeno un mese fa nella regione Sicilia il governatore Musumeci è stato chiaro: ogni comprensorio provinciale deve provvedere al ciclo chiuso dei rifiuti, deve completarlo, e lo farà con i termoinceneritori. Senza se e senza ma. È una sorta di autonomia che richiama senso pratico, buon senso e velocità d’esecuzione, perché il futuro è già cominciato da un pezzo ed è il caso di svegliarsi e prendere una decisione anche su temi impopolari, abbandonando la demagogia di cui siamo naturalmente portatori quando trattiamo questi argomenti.

Il futuro resta raggiungere la percentuale migliore della raccolta differenziata, educare il cittadino (e le aziende) a un uso corretto del rifiuto, ed è da qui, dalla fase dell’edulcorazione di questa fase, che si parte poi verso la grande incognita: che fine fa il rifiuto? Viene caricato su mezzi che macinano chilometri -e che inquinano- e che in un perverso gioco tutto italiano vanno a depositare i rifiuti in una struttura che non appartiene al comune e alla provincia di pertinenza? Perché i rifiuti pontini dovrebbero essere accolti in una terra non pontina? Abbiamo visto come ci siamo indignati quando il sindaco di Roma Raggi ha tirato fuori la soluzione che la monnezza capitolina poteva essere scaricata ad Aprilia. Ci siamo tutti indignati. E perché non dovrebbero indignarsi coloro ai quali scaricheremo noi la nostra monnezza? Oggi la carichiamo sui mezzi che percorrono la Penisola e li scarichiamo in Emilia, con aggravio dei costi per i cittadini sotto forma di tasse, con un maggiore inquinamento e soprattutto senza essere autonomi: chiaro che va trovata una soluzione adeguata.

 

Resta pacifico che il punto di partenza resta l’effetto serra che causa il surriscaldamento, dovuto dall’utilizzo enormemente preponderante ancora oggi di energia e carburante non rinnovabile; l’inquinamento atmosferico nei centri urbani, principalmente polveri sottili emesse da auto a carburante tradizionale e caldaie vetuste. È chiaro che la soluzione prevede un modello di sviluppo eco-sostenibile, dove tutti siamo chiamati a un grande senso di responsabilità e maturità: cittadini, enti pubblici, aziende private. Appunto, per chiudere un ciclo, tutti insieme appassionatamente.

Se oggi abbiamo trovato una ‘facile’ soluzione verso il riciclo di vetro e plastica, ancora è colma di incognite il rifiuto ‘vitale’, quello che deriva dall’umido, dagli avanzi di cibo. E da cui si può ricavare energia. Io guardo con favore agli impianti a digestione anaerobica che producono biometano e che stanno completando l’iter autorizzativo in diversi punti della provincia di Latina, con le dovute cautele, è fondamentale che devono sorgere su aree industriali, che devono essere a norma e che devono firmare un patto sociale e di salute pubblica nei confronti di quei residenti che vivono in prossimità di quegli impianti. Sono favorevole perché dall’umido (la cosiddetta Forsu) si ricava energia e fertilizzante, chiudendo il ciclo.

E qui si inserisce una  nota stonata rappresentata dall’amministrazione comunale di Latina, nella persona soprattutto del sindaco Coletta: sulla Roma-Latina non prende una decisione non capendo l’importanza di quell’asse viario per far uscire dall’isolamento il territorio, sull’impianto di biometano che dovrebbe sorgere nella zona industriale di Latina Scalo assume atteggiamenti pilateschi al pari dell’assessore Lessio che rimanda alle decisioni di Provincia e Regione senza nemmeno coinvolgere il consiglio comunale, ancora bypassa l’Osservatorio istituito per la ztl del capoluogo, annuncia la volontà di acquistare la discarica della Ecoambiente (ma può il Comune partecipare avendo fatto fallire la LatinaAmbiente, collegata alla Ecoambiente?) non sapendo cosa farne e dove intercettare i due milioni di euro necessari per partecipare all’asta: un modo di governare non solo lassista, menefreghista e dotato della sua sola visione parziale, ma anche arrogante e dittatoriale, perché molte delle decisioni non le rimanda in discussione nemmeno in assise consiliare come prevede il sano confronto democratico.

Torniamo alla chiusura del ciclo dei rifiuti: ricordo che il modello di sviluppo di questi impianti è quello dell’economia circolare ed ecosostenibile, così tanto decantato quando le associazioni ambientaliste richiamano la virtuosità in materia dei Paesi Scandinavi: attraverso la filiera della digestione anaerobica l’organico della raccolta differenziata viene trasformato in fertilizzante per l’agricoltura e in metano, cioè carburante pulito per le auto, contribuendo in modo sensibile alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e delle polveri sottili nell’atmosfera. I vantaggi: riduzione delle emissioni di CO2 e dell’inquinamento atmosferico e riciclo della materia organica che torna -dopo opportuno processo- alla terra e all’agricoltura da dove proviene. La raccolta differenziata gestita in questo modo è un processo ineludibile se si vuole  salvaguardare il futuro del Pianeta, riducendo il surriscaldamento per l’accumulo di co2. Il rischio maggiore qui però è il fallimento della raccolta differenziata (con aumento conseguente della TARI) e le mancate soluzioni sostenibili, se ne gioverebbe solo l’old-econemy del rifiuto: discariche, TMB, inceneritori. E non crediamo sia questo il futuro. Il problema va affrontato seriamente e serenamente, perché la soluzione non è spostare il problema su un altro territorio.

 


News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.