LATINA – Con una interrogazione che rivolgerà al sindaco di Latina, Nicola Calandrini prende posizione sul progetto relativo alla costruzione di una centrale per produzione di biometano a Latina Scalo. Per essere più esatti rafforza un parere già pubblicamente espresso nel giugno 2014 e ribadito nel febbraio 2015, oggetto anche di articoli di stampa.

«In quell’occasione – spiega Calandrini – ho chiaramente dichiarato la mia avversità, non perché contrario a prescindere verso questo tipo di impianti, ma perché ben consapevole di come una struttura di quel tipo avrebbe ulteriormente aggravato le criticità già insistenti sul quella porzione di territorio, creando un pericoloso contrasto con il rischio, neppure tanto remoto, di produrre nel tempo ricadute forse neppure considerate al momento della valutazione preliminare E di tale avviso sono stati anche gli uffici comunali che hanno inviato delle richieste di spiegazione alla Regione Lazio che hanno determinato un arresto dell’iter approvativo dell’impianto.

Con il cambio di maggioranza in Comune il processo ha seguito evidentemente altre strade, tanto che ho atteso la Commissione Ambiente di questi giorni per capire quale fosse l’orientamento dell’Amministrazione in tal senso. Ne è scaturito, come era prevedibile, un atteggiamento pilatesco del “non possiamo farci nulla, perché altri hanno già deciso” lasciando la Comunità di Latina Scalo abbandonata a sé stessa”.
Intendo quindi rivolgere una interrogazione al sindaco di Latina, da discutere in consiglio comunale, per conoscere quale è stato il parere del Comune di Latina espresso nelle Conferenze dei Servizi indette dalla Provincia di Latina per la conclusione del procedimento di autorizzazione dell’impianto di trattamento dei rifiuti – con produzione di biometano – di cui alla richiamata Determinazione Dirigenziale prot. n. 60735 del 29.12.2017 del Settore Ecologia Ambiente.
Vorrei conoscere se nell’espressione di tale parere sono stati valutati tutti gli aspetti e profili connessi con le esigenze di tutela della salute pubblica, dell’ambiente e quelle connesse con il governo del territorio e, in caso affermativo, quale è stato l’esito degli stessi anche in ragione delle esigenze di tutela ivi connesse.

Aspetto di sapere se il Sindaco, nella veste di Autorità Sanitaria, abbia adottato o meno eventuali “specifici e motivati interventi integrativi o restrittivi” fatti salvi dal provvedimento provinciale, ovvero intenda adottarli anche nell’ambito delle competenze specifiche in materia di insediamento di industrie insalubri, e in caso affermativo quali.
Infine se siano state osservate le disposizioni di cui al D.Lgs. n. 105 del 26.06.2015 con riferimento anche a quanto stabilito dall’art. 22, e quali siano stati gli esiti di verifica sugli eventuali rischi ivi connessi.

Ho affermato, e ribadisco, la valenza di progetti di questo tipo, ma rafforzo l’idea che tali impianti devono essere inseriti sul territorio con adeguate misure di salvaguardia dell’incolumità dei cittadini, rispettose delle vocazioni economiche della zona, a partire da quelle agricole, e che debbano offrire ricadute occupazionali ed economiche per il comune che le ospita».


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