Quando si parla di pari opportunità ci si riferisce al diritto di tutte le persone senza alcuna distinzione di etnia, genere, orientamento sessuale o convinzioni personali di avere le stesse possibilità sul piano economico, politico e sociale. La realtà che viviamo ogni giorno racconta però una storia diversa in cui la disabilità sembra non trovare spazio tra i valori degni di un trattamento paritario.
Nonostante le innovazioni tecnologiche consentano ai portatori di disabilità di condurre una vita sociale piena e attiva, la disattenzione di normative già esistenti, come la Legge 104 e quelle relative all’obbligo di rimozione delle barriere architettoniche, vanificano principi condivisi e passi avanti compiuti in alcune aree. In città ci scontriamo con gradini, porte strette, passaggi inadeguati e marciapiedi inaccessibili, ostacoli che penalizzano non solo chi ha difficoltà motorie ma anche la comunità tutta. Strade dissestate, rampe assenti o mal progettate, e barriere ovunque creano un contesto dove spostarsi diventa una vera e propria “caccia al tesoro” per chi utilizza sedie a rotelle o carrozzine elettriche. Emblematica è la situazione della marina di Latina, dove passerelle per l’accesso al mare sono pressoché inesistenti e i lidi adibiti ai disabili sono un miraggio.
Dove sono gli interventi previsti dal PEBA? Nel 2022 è stato approvato il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), uno strumento pensato per misurare il grado di accessibilità delle città, pianificare interventi per l’abbattimento delle barriere e monitorarne l’attuazione. Nella nostra città, il PEBA ha identificato una lunga lista di luoghi strategici che necessitano di interventi. Questi interventi sono stati realizzati? Se sì, i cittadini sono stati informati, e in che modo? Se invece non sono stati completati o sono stati realizzati solo in parte, quando verranno ultimati? È doveroso ricordare a questa amministrazione che il PEBA non si limita a elencare gli interventi necessari, ma enfatizza l’importanza del monitoraggio e della trasparenza. I cittadini hanno il diritto di sapere se e come potranno tornare a fruire dei luoghi pubblici, che oggi appaiono come spazi di molti ma non di tutti.
La realtà che viviamo ogni giorno non dipende dai limiti delle persone con disabilità, ma dall’incapacità delle amministrazioni di rispondere ai loro diritti fondamentali. Oggi parliamo molto di eguaglianza, ma dimentichiamo la equità, un concetto essenziale per garantire che ogni persona possa raggiungere i propri obiettivi in base alle proprie capacità. È tempo di agire concretamente per trasformare i principi in realtà. Il trasporto pubblico, le strade, gli edifici e le strutture devono diventare accessibili a tutti, senza compromessi. Solo così potremo costruire una società inclusiva, dove i limiti non sono più delle persone, ma semplicemente quelli che siamo stati capaci di superare
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