LATINA – Si trova anche a Latina lo studio di Marco Procopio e precisamente al grattacielo della Torre Pontina. Anche ieri c’erano diverse ragazze pronte per essere visitate. Intanto si scopre che non c’ era nessuna autorizzazione per l’apertura del centro clinico, in via Cesare Pavese all’Eur. Ieri i funzionari del Lazio non ne hanno trovato traccia. Nemmeno nelle banche dati dell’Asl Roma 2. Lì c’è solo un documento: è la nota con cui i Procopio ( Padre e Figlio) hanno comunicato l’apertura di un centro estetico, attività per cui non è necessario ottenere alcuna approvazione da parte del sistema sanitario regionale.
La vicenda di Margaret Spada – come riporta il quotidiano Repubblica – si fa ogni giorno più intricata e gli interrogativi si moltiplicano. La 22enne siciliana si era sottoposta ad un intervento estetico il 4 ottobre, in un centro a Roma, ma subito dopo l’inizio dell’operazione ha iniziato a sentirsi male ed è morta quattro giorni dopo all’ospedale Sant’Eugenio.
Il luogo scelto dalla ragazza per la rinoplastica è per la Regione solo un normale centro estetico, in cui non è possibile eseguire interventi chirurgici, né somministrare anestetici, operazioni che rientrano esclusivamente nella competenza di strutture autorizzate.
Se, come sembra dai video fatto dal fidanzato e dalla denuncia arrivata in procura, all’interno di quell’appartamento i Procopio stavano cercando di eseguire un’operazione al naso della giovane, l’intervento sarebbe avvenuto in una struttura non conforme alle normative. Sul caso indagano tanto i pm di Roma che i carabinieri del Nas, che stanno passando al setaccio le carte sul centro gestito da Marco Procopio, Marco Antonio Procopio: padre e figlio risultano iscritti all’ordine dei medici, ma nella loro auto-dichiarazione non risulta la specializzazione in chirurgia estetica.
Non si tratta solo delle autorizzazioni. Le indagini si arricchiscono di nuovi elementi. Nella sala operatoria, insieme ai due chirurghi — entrambi indagati per omicidio colposo — c’erano altre due persone, tra cui una donna. La loro identità è ancora sconosciuta, ma gli investigatori e la famiglia della vittima sono determinati a scoprire chi fossero e quale fosse il loro ruolo in un momento così delicato. A riprendere tutto con il suo telefonino è stato Salvatore Sferrazzo, il fidanzato di Margaret.E ora ci sono due video. Il primo, fondamentale per l’inchiesta del pm, Erminio Amelio, è stato registrato quando Margaret ha iniziato a stare male. I chirurghi, visibilmente preoccupati, hanno chiesto a Salvatore se la ragazza avesse allergie a farmaci. La risposta è stata negativa. Salvatore, ansioso, ha cercato di parlare con il medico, ma è rimasto fuori dalla sala operatoria, sulla soglia della porta. Lì ha acceso il cellulare: nel filmato si vedono i due Procopio, insieme ad altre due persone, attorno a Margaret, distesa sul lettino, mentre le sue condizioni peggiorano rapidamente. Chi erano queste persone? E cosa facevano in quel momento critico?
Gli investigatori hanno scoperto che la moglie di Marco Procopio (madre di Marco Antonio) è anche lei un medico, mentre la compagna di Marco Antonio sembra essere coinvolta nella gestione del centro. Al momento, non si può affermare con certezza se una delle due donne fosse effettivamente in sala operatoria, ma la loro posizione sarà oggetto di indagine. È per questo che il numero degli indagati potrebbe crescere nei prossimi giorni. Pochi minuti dopo, Salvatore ha girato un secondo video. Margaret è ora a terra, mentre il personale del 118, giunto con l’ambulanza, tenta disperatamente di rianimarla. Nonostante gli sforzi, la giovane morirà il 7 ottobre all’ospedale Sant’Eugenio, dopo quasi quattro giorni di lotta in terapia intensiva. Le indagini proseguono, focalizzandosi ora sull’identità delle altre due persone presenti in sala operatoria e sull’eventualità che l’intervento sia stato eseguito in conformità con le normative sanitarie. La famiglia di Margaret, assistita dall’avvocato Alessandro Vinci, chiede risposte.
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