Sgomberate abbattute le villette abusive dove abitavano gli accusati dell’omicidio Petrov

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A Roma, le forze dell’ordine hanno effettuato uno sgombero di quattro villette abusive, situate in via Costamagna, nella periferia est di Roma, nella zona di Fonte Candida. Le abitazioni erano occupate da circa venti persone legate al “clan Petrov”, composto da famiglie di sinti italiani che risiedevano nell’area da tempo.

Questa notizia evidenzia l’operazione di sgombero e demolizione delle ville abusive appartenenti a membri di un clan Sinti di origine romena, noto alle autorità per attività criminali, tra cui l’omicidio di un giovane di 14 anni a Roma. Le operazioni si sono svolte nella zona di Finocchio, in Via di Costamagna, e hanno coinvolto una massiccia presenza delle forze dell’ordine e degli enti locali, tra cui Polizia di Stato, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Polizia Locale e le aziende municipali Ama e Acea, che hanno interrotto le connessioni elettriche abusive.

Questa azione si inserisce in un contesto di lotta alle costruzioni abusive e alla criminalità organizzata nella capitale italiana, e ha fatto emergere tensioni con i residenti. L’ordinanza di demolizione pendeva sulle ville sin dal 2013, ma è stata attuata solo oggi, probabilmente a causa di un lungo iter legale e di preparazione logistica. Durante le operazioni non sono mancate reazioni verbali accese, come quella di una donna che ha espresso rabbia e frustrazione nei confronti del sistema legale italiano.

Il blitz delle autorità è stato finalizzato allo sgombero delle costruzioni, considerate abusive, in un’operazione che segue l’inchiesta e il crescente monitoraggio delle attività del clan nella zona.

Questo intervento è stato possibile grazie ai 300 mila euro stanziati dalla Regione Lazio a favore del VI Municipio di Roma, nell’ambito del fondo regionale istituito per supportare i Comuni nelle attività di demolizione di edifici abusivi.

Un ringraziamento va alle Forze dell’ordine per il supporto operativo durante l’intervento, che conferma la collaborazione tra Regione, istituzioni locali e forze di sicurezza per migliorare la sicurezza e il decoro dei quartieri. L’obiettivo condiviso è garantire un futuro più sicuro e rispettoso della legalità per tutti i cittadini.

Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

L’operazione, coordinata dal commissariato Casilino e supervisionata dal prefetto Lamberto Giannini, si è svolta per garantire l’ordine pubblico, con la demolizione affidata al V Municipio di Roma Capitale.

L’operazione ha portato allo sgombero e alla demolizione di sei abitazioni abusive, costruite senza le necessarie autorizzazioni edilizie, occupate dalle famiglie di tre dei quattro sospettati dell’omicidio del quattordicenne Alexandru Ivan. Il delitto, avvenuto il 13 gennaio 2024 nei pressi della fermata della Metro C Pantano, è stato seguito da un’indagine dei carabinieri di Frascati, con la procura di Velletri che ha emesso i provvedimenti di arresto, mentre il procedimento penale è ancora in corso.

L’intervento di sgombero di oggi non è il primo tentativo di affrontare la situazione abitativa irregolare della zona; le abitazioni erano già state precedentemente oggetto di controllo, a conferma dell’attenzione delle autorità locali verso le questioni di sicurezza e regolarità edilizia sul territorio.

Il blitz di oggi a Fontana Candida rientra in una serie di operazioni mirate a contrastare l’abusivismo edilizio e l’attività criminale, specialmente nei confronti della comunità dei sinti italiani che vive a Roma. In questo caso, i carabinieri e la polizia locale hanno sgomberato e demolito abitazioni costruite senza autorizzazioni, dopo aver riscontrato che alcuni residenti erano collegati a reati di truffe, furti e attività illecite con auto a noleggio.

Le operazioni sono state concentrate sulle abitazioni di una parte della famiglia Goman, noti per attività criminose nel quadrante di Roma est. Lo sgombero di oggi segue quello di via Casalincontrada, dove, solo pochi mesi fa, le forze dell’ordine avevano già liberato altri appartamenti abitati senza titoli e collegati ad attività illecite.

Questi interventi, oltre ad affrontare la questione dell’abusivismo, puntano anche a ridurre la presenza di gruppi che sfruttano tali situazioni per alimentare un contesto di criminalità organizzata.

Questa serie di azioni riflette un approccio più deciso da parte delle autorità locali e delle forze dell’ordine, impegnate a contenere l’espansione di insediamenti abusivi e a ridurre i reati che ne derivano.

L’operazione portata avanti oggi dai carabinieri del gruppo di Frascati, con la supervisione della Procura di Velletri, rappresenta il culmine di un’indagine approfondita. Gli sforzi investigativi hanno permesso di giungere all’arresto dei sospettati dell’omicidio del giovane, evidenziando la collaborazione efficace tra le forze dell’ordine e la magistratura. Parallelamente, la demolizione delle strutture abusive, condotta nel rispetto delle procedure legali, testimonia la ferma volontà dell’amministrazione di contrastare fenomeni di illegalità, confermando un impegno costante per la legalità e la sicurezza nel territorio.

L’operazione di demolizione delle strutture abusive a Roma rappresenta un’iniziativa importante per il ripristino della legalità in aree colpite da degrado e abusivismo edilizio. Diverse forze dell’ordine sono coinvolte: la polizia locale di Roma Capitale, i carabinieri, la polizia di Stato, i vigili del fuoco e il personale del 118, tutti impegnati in una collaborazione coordinata per garantire la sicurezza e l’efficacia dell’intervento.

L’obiettivo principale di questo tipo di interventi è non solo ripristinare l’ordine e il rispetto delle normative urbanistiche, ma anche lanciare un messaggio chiaro: le istituzioni sono presenti e pronte ad agire contro l’illegalità. Azioni come queste intendono scoraggiare futuri casi di costruzioni abusive e inviare un segnale di speranza ai cittadini, mostrando l’impegno concreto delle autorità per migliorare la qualità della vita e l’ambiente urbano.

I residenti locali osservano le operazioni con un misto di speranza e attesa di cambiamento. Una residente ha dichiarato: “È importante per noi vedere che le istituzioni intervengono. Speriamo che questa operazione possa migliorare la sicurezza nel quartiere e restituirci un po’ di serenità.”

Le parole della donna riflettono il sentimento diffuso nella comunità, che auspica un miglioramento nelle condizioni di vita della zona e un maggiore senso di tranquillità.

Alessandra Trotta

(Giornalista e scrittrice)


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